Gruppo di Lettura con Bookdust Sparkle: torniamo a "Guerra e Pace"

La vita è fatta così: ci sono periodi più intensi, eventi e persone che richiedono e meritano la nostra attenzione e la nostra energia. Ci siamo noi che abbiamo bisogno di fermarci o di non farlo affatto per incontrare persone, camminare e respirare aria nuova. Martha e io ne abbiamo dovuto affrontare uno, in tempi non proprio sovrapponibili e abbiamo deciso che fosse più opportuno e rispettoso per tutto prenderci del tempo prima di ritornare a dedicarci alla nostra buddy read. In effetti, nessunə altrə lettorə stava partecipando attivamente alla lettura ma, poiché qualcunə ci seguiva con piacere, vogliamo fare un riepilogo dei libri di Guerra e Pace che abbiamo letto e commentato insieme.

Tuttavia, si è resa necessaria una premessa. Come spesso accade nella Storia dell’umanità, le ignobili azioni di cui siamo testimoni e i movimenti socioculturali che promuovono una presa di coscienza ci spingono a trovare una strada per affermare l’indignazione.
Se non molto tempo fa si è così discusso del significato e dell’opportunità dei gesti iconoclasti rivolti a monumenti e toponomastica, con la conseguente damnatio memoriae, qualche giorno fa la sospensione di un corso di letteratura dedicato a Dostoevskij, come presa di distanza dall’invasione dell’Ucraina, ha sollevato altre riflessioni rendendo evidente che non si sarebbero evitate polemiche.
Moltз hanno osservato che non si possono condannare autorз del passato per il presente ed evidenziato che, per fare solo alcuni nomi, Tolstoj, Pasternak, Solzenicyn e lo stesso Dostoevskij non possono essere consideratз come sostenitorз del potere politico di cui, anzi, sono statз spesso criticз. Non abbiamo smesso di insegnare, studiare e leggere D’Annunzio, nonostante sia noto che fu interventista e ispirò Mussolini.
Queste considerazioni e il fatto che, più o meno, apertamente abbiano condannato la guerra o la violenza diventano d’altronde secondarie perché la conoscenza permette il confronto e la comprensione di situazioni storiche, sociali e culturali distanti e diverse e perché è innegabile che la letteratura e l’editoria italiane abbiano intessuto un rapporto con scrittorз, poetз e traduttorз russз.

Da parte nostra, quindi, nessuna esitazione nel riprendere la lettura nonostante l’ambientazione e le tematiche. E, quindi, dove eravamo rimastз?

Alla fine del Secondo Libro, dopo aver tentato la fuga con Anatol’, il fratello di Hèléne, Nataša è vittima dello sconforto e della vergogna che prova per sé stessa. Sono quasi provvidenziali, per la salvezza della giovane Rostova, gli interventi di Sonja e Pierre. La prima, scoperto il piano di fuga dell’amica, dà l’allarme salvandola dalla rovina. Il secondo, invece, costringe Anatol’ a lasciare Mosca.
Nel tentativo di consolare Nataša, però, Pierre si avvicina sempre più alla giovane, traendo dalla sua bellezza un conforto che gli restituisce il senso del mondo e della vita.

Se questi sono gli eventi delle ultime pagine del Libro in questione, è ancora possibile ricostruire le vicende concentrandosi sul vissuto dei personaggi principali. Vorrei soffermarmi ancora su tre dei personaggi principali, ricostruendo brevemente la parabola di ognuno. Mentre Martha vi parlerà di Sonja, Nikolaj e Vera, io vorrei soffermarmi sul principe Andrej, il conte Bezuchov e Nataša.

Trasfigurato dal sospetto che Dolochov sia l’amante della moglie Hélène, che pure non ama, Pierre lo sfida a duello ferendolo mortalmente. Un tragico errore, frutto ancora una volta della propensione del conte ad accogliere e assecondare quello che percepisce come un sentiero già tracciato.
Deciso a cambiare vita, Pierre parte per Pietroburgo. È proprio durante il viaggio che avviene l’incontro fondamentale: avvicinato da un maestro massone, Pierre stesso entra nella massoneria convinto di aver trovato la strada più virtuosa per vivere.
Abbracciando la massoneria, Pierre tenta di dare nuovo corso alla sua vita e a quella di altre persone, ma ben presto le abitudini e i vizi riemergono. Ancora una volta, però, pur con una certa consapevolezza, il conte Bezuchov si adatta a interpretare la parte che altri hanno scelto per lui.

Entrava nel salotto della moglie come in un teatro, conosceva tutti, accoglieva tutti con la medesima cordialità e tutti gli erano ugualmente indifferenti.

Non è indifferenza quella che prova, però, per l’amico Andrej e per Nataša. Sconvolto dalla repentina trasfigurazione della loro relazione, Pierre sente di dover prendersi cura della giovane Rostova la cui presenza è sufficiente a intenerirlo e commuoverlo.

A Pierre sembrava che quella stella rispondesse perfettamente a ciò che avveniva nella sua anima raddolcita e rinfrancata, ora sbocciata a nuova vita.

Un simile sentimento era stato provato anche dal principe Andrej quando, ospite dei Rostov, conosce Nataša. La nascita di un reciproco sentimento e della promessa di matrimonio si traduce in un ritorno alla felicità e alla vita.

«Non basta che io sappia tutto ciò che c’è in me, bisogna che lo sappiano tutti: sia Pierre, sia quella ragazzina che voleva volare in cielo, bisogna che tutti mi conoscano, che la mia vita non scorra solo per me stesso, che gli altri non vivano, come quella ragazzina, indipendentemente dalla mia vita, ma che essa si rifletta in tutti e che tutti vivano insieme a me!»

Tuttavia, il volere del principe Bolkonskij costringe i due innamorati ad attendere un anno prima di sposarsi e mentre Andrej è impegnato nel comitato per il codice militare, Nataša si strugge per la lontananza. La frustrazione è acutizzata dall’antipatia che prova per la futura cognata, la principessina Mar’ja.
Ma tutta la promessa della sua futura felicità con Andrej è destinata a essere distrutta: cede alla corte dello scapestrato Anatol’ Kuragin, rischiando di rovinarsi per sempre.

Se vorrete seguirci, leggendo Guerra e Pace o i nostri commenti sulla lettura, questo è il nuovo calendario che tenteremo di rispettare.

Le tappe precedenti:
Guerra e Pace – Libro Primo
Guerra e Pace – La guerra
Guerra e Pace – Libro Secondo
Guerra e Pace – Il destino e il senso della vita

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