Sala di Lettura (condivisa): Guerra e pace – Libro Primo

Bisogna dirlo: i due volumi Supercoralli Einaudi, impilati l’uno sull’altro, fanno un po’ impressione. Non ho avuto ancora il coraggio di aprirli per testare dimensione del carattere e grammatura dei fogli. Forse è meglio non sapere. Di contro, mi trovo davvero molto bene con l’e-book perché Guerra e pace ha una mole considerevole solo se si considera la sua dimensione fisica: la lettura scorre meravigliosamente.

guerra e pace einaudi tolstoj

Tuttavia, le quasi 400 pagine del Primo libro non sono uno scherzo e io spero di riuscire a raccontarle come meritano. Prima di iniziare vi invito a dare un’occhiata al post introduttivo del gruppo di lettura: potreste trovare uno spunto per organizzare a vostra volta la lettura del caposaldo russo e decidere di seguirci nei prossimi appuntamenti.

Oggi, su Bookdust Sparkle, potrete leggere l’approfondimento dedicato alla guerra. Si tratta di un tema portante del libro e, quindi, sarà inevitabile darne qualche accenno anche qui, ma procediamo con ordine.

Intanto, credo sia molto utile partire con gli alberi genealogici delle famiglie principali realizzati da Martha: i personaggi che si incontrano nei salotti russi e sul campo di battaglia sono numerosi e tra titoli nobiliari, nomi, patronimici e cognomi è un attimo smarrirsi.

Essere entusiasta era ormai la sua funzione sociale,
è a volte Anna Pavlovna si entusiasmava anche quando non ne aveva voglia

Entriamo così in uno dei salotti più importanti del romanzo, accolti da due personaggi, Anna Pavlovna e il principe Vasilij, che si muovono e relazionano con indolenza, come un attore recita la parte in una vecchia commedia.
È il regno del falso, in cui si seguono regole non scritte ma condivise. L’indolenza è, in realtà, la cifra che contraddistingue il principe Vasilij quando è impegnato a calcare la scena mondana: ognuno ha una maschera da indossare, benché parossistica.
Non a caso, tra tutti, spicca la figura di Pierre Bezuchov, figlio illegittimo del conte Bezuchov. Pierre si presenta per la prima volta in società entrando nel salotto di Anna Pavlovna, la quale gli riserva un breve cenno. Pierre non è una persona importante e, infatti, rimane ai margini dei gruppi. Nondimeno, Annette teme che possa dire qualcosa di inappropriato dimostrando di non saper stare al mondo con il suo parlare animoso di politica e di Napoleone.

«[…] solo Napoleone ha saputo comprendere la rivoluzione, domarla,
e perciò per il bene comune non poteva fermarsi dinanzi alla vita di un singolo uomo».

Nella costruzione per opposizioni che caratterizza Guerra e pace e che viene spesso sottolineata, Tolstoj si sofferma sul sorriso di Pierre.

In lui, al contrario, quando arrivava il sorriso, la faccia seria e perfino un po’ cupa scompariva di colpo, istantaneamente, e ne compariva un’altra: infantile, buona, perfino un po’ sciocca, che sembrava chiedere scusa.

I discorsi di Pierre sulla guerra e Napoleone risultano importanti soprattutto se rapportati al pensiero di un suo caro amico, il principe Andrej Bolkonskij. Contrariamente a Pierre, Andrej è deciso a partire con l’esercito russo come aiutante di campo del generale Kutuzov e a lasciare la moglie, la principessa Lise con il padre e la sorella Mar’ja.
Sul campo di battaglia, scopre una realtà che lo disgusta: in particolare, sono gli ufficiali totalmente disinteressati alle vite dei soldati e gli altri nobili che seguono la guerra a distanza a infastidirlo. Ciononostante, il principe Andrej continua a sognare la gloria.

«[…] se voglio questo, se voglio la gloria,
se voglio essere conosciuto dagli uomini ed esserne amato,
allora non ho colpa di volerlo, di volere solo questo, di vivere solo per questo».

Nelle parole di Andrej trasuda l’ammirazione per Napoleone, un uomo grande e nella Storia. D’altra parte, alla fine del Primo Libro l’immagine del condottiero francese viene ridimensionata: la guerra ha trasformato il principe Andrej e la sua visione del mondo.

Nella stessa guerra ritroviamo altri due personaggi: Nikolaj Rostov e Boris, figlio di Anna Michailovna. Entrambi vengono presentati al lettore con particolare attenzione durante un ricevimento e un pranzo a casa dei Rostov, ma al di là delle osservazioni che possono essere fatte sulla loro posizione sociale mi sembra opportuno soffermarmi sulla percezione che Nikolaj ha della guerra.
Benché Nikolaj si trovi a opporsi ad Andrej, ho avuto l’impressione che i due condividano molto più di quanto non sembri. Infatti, anche se Nikolaj è mosso da un sentimento di patriottica devozione verso l’imperatore, desidera fare del suo meglio nell’esercito, distinguersi e persino morire.

E Rostov si alzò e andò a gironzolare tra i fuochi,
fantasticando di quale felicità sarebbe stata morire,
non per salvare la vita del sovrano (questo non osava neppure sognarlo),
ma semplicemente morire sotto i suoi occhi.

Compreso, infatti, che la sua vita è nell’esercito, Nikolaj sembra aver accettato già tutte le sue conseguenze. Eppure, anch’egli vive momenti di esitazione e vera paura, trovandosi nel vivo dello scontro.

E la paura della morte e della barella, e l’amore per il sole e la vita
– tutto si fuse in un’unica impressione di dolore e angoscia.

Nell’introdurre Andrej Bolkonskij e Nikolaj Rostov ho anticipato alcune parti. Infatti, lo sguardo si sposta con decisione sulla guerra soltanto a partire dalla seconda parte del Primo Libro. A questo proposito, mi è sembrato che nei salotti russi la guerra venga guardata con un cannocchiale rovesciato così da tenerla più lontano possibile: la quotidianità, infatti, prosegue quasi indisturbata e le battaglie contro Napoleone sembrano appartenere a un tempo e a una narrazione diversi.
Ad acutizzare questa impressione ha contribuito senza dubbio anche la mia preferenza per le vicende lontane dal fronte, sebbene anche gli scontri, le descrizioni della vita militare mi abbiano colpito e abbiano influenzato l’immagine di Andrej, Nikolaj e Boris.

Nel frattempo, dunque, avviene un importante sconvolgimento delle dinamiche sociali, soprattutto grazie all’intervento di Anna Michailovna. Il conte Bezuchov è morto e Pierre ne è diventato erede, diventato all’improvviso molto ricco.
Se all’inizio Pierre viene presentato come un ragazzo vivace e impulsivo, l’ingresso nella società fa emergere la sua indole arrendevole. Consapevole di non saper come muoversi, si adagia sui percorsi che vengono definiti da altri come il principe Vasilij e Anna Michailovna.
Capiva che tutto doveva andare proprio così, ripete come un mantra. Si arrende, asseconda senza cercare di agire il suo destino. Persino quando tutti iniziano a dare per scontato il suo fidanzamento con Hélène, la figlia del principe Vasilji, egli si arrende e, pur subodorando l’arrivo di problemi, decide di assecondare il desiderio degli altri e farlo in qualche modo suo.
Per questo motivo inizio a trovare meno interessante questo personaggio, mentre ho trovato molto efficace la descrizione che Tolstoj fa dell’attrazione che Pierre prova per Hélène.

Il suo busto, che a Pierre era sempre parso marmoreo, si trovava a così breve distanza dai suoi occhi che anche con la sua miopia non poté fare a meno di distinguere il vivo fascino delle spalle e del collo, e così vicino alle sue labbra che gli sarebbe vastato chinarsi un poco per sfiorarla. Sentiva il calore del corpo di lei, la fragranza del suo profumo, e sentiva lo scricchiolio del suo corsetto quando respirava. Non vedeva la sua bellezza marmorea, che formava un tutt’uno con il suo abito, vedeva e sentiva tutto il fascino del suo corpo, che era nascosto solo dal vestito.

Ho trovato molto interessante anche Mar’ja Bolkonskaja. La principessa è bruttina, fatta eccezione per gli occhi grandi e profondi, ed è mossa da una forte fede religiosa che la spinge a vedere il buono intorno a lei. Tuttavia, prova un’estrema paura del padre: totalmente asservita e sottomessa al volere del principe Bolkonskij, il quale è incapace di esprimere il proprio affetto per i figli, è bloccata persino nell’apprendimento e si mostra piuttosto insicura.
Si deve, però, osservare che Mar’ja è pronta sempre a sacrificare se stessa per il bene dei suoi cari, siano il padre o la dama di compagnia, Mlle Amélie Bourienne.

Sono sicura di aver trascurato molti aspetti e fatti importanti, ma penso che potrete capire che mi sarei dovuta dilungare molto nel commento. Ho preferito, quindi, soffermarmi sui personaggi che più mi hanno colpita e presentarveli attraverso le vicende che si dipanano nelle prime pagine di Guerra e pace.

Prima di lasciarvi, vi ricordo che il prossimo appuntamento sarà il 18 ottobre: su questi schermi si parlerà di destino e senso della vita, mentre Martha riprenderà le fila del Secondo libro. Siete pronti?

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