Recensione: “Indagine sulla felicità” di Paolo Giuseppe Alessio

La felicità è sfuggente. Scivola tra le pieghe della vita, tende a ridursi, a scolorare in altre emozioni, ma soprattutto non è mai una questione trascurabile.
Talvolta non ci accorgiamo di essere felici, se non quando il momento è passato, ma aneliamo sempre a quello stato dell’essere che riconosciamo come felicità. Nondimeno, può assumere una dimensione concreta: felicità può essere un croissant ripieno, una giornata di sole, gli occhi di una persona.

All’inizio del Novecento, un fotografo francese, Jacques Henri Lartigue si è impegnato in un progetto che è stato definito dai posteri invenzione della felicità perché i suoi scatti hanno cristallizzato e reso potenzialmente immortale il momento preciso della felicità assoluta.
Tuttavia, per addentrarsi nel vivo del romanzo di Alessio, occorre abbracciare in toto la polisemia della parola «indagine» perché, mentre ci interroghiamo sulla felicità e continuiamo a cercare di raggiungerla, un altro fatto criminoso richiede l’intervento dell’ispettore Morganti.

Titolo: Indagine sulla felicità
Autorə: Paolo Giuseppe Alessio
Prima edizione: Scatole Parlanti - aprile 2023
Pagine: 132
Prezzo: cartaceo - € 15,00
Link d’acquisto

La felicità, perfetta quanto inspiegabile, si è diffusa in città: tutti ne sono toccati. Persino le testate giornalistiche, in mancanza di eventi nefasti, ne danno notizia. Ne beneficiano anche l’ispettore Morganti e l’appuntato Giosafatte nell’ufficio del commissariato.
So che ti stai chiedendo come sia possibile perché nella vita non si è mai sperimentato un fatto simile, ma da lettorз abbiamo la possibilità di accoglierlo come una delle congiunzioni astrali che solo i romanzi sembrano concedere o come una manifestazione della bontà dell’autorə, che dopo aver impegnato i due poliziotti in un caso di rabbia esacerbata, ha voluto regalare un po’ di serenità.
E d’altra parte, è questione di attimi: la felicità viene spazzata via da un vento mortifero che fa precipitare le persone a terra, come birilli.

«… Non ho paura di soffrire. Non c’è nulla di male nel farlo, se proprio non se può fare a meno…
e sai che ti dico? Ti dico che secondo me c’è nel dolore altrettanta bellezza di quanta ne possieda la gioia. Sono semplicemente poli opposti, la felicità e la disperazione, ma entrambi meritano di essere vissuti.
Non bisogna scappare, papà. E io non lo farò».

Indagine sulla felicità è il secondo libro della serie dell’ispettore Morganti, ma è un romanzo autoconclusivo che si può leggere come episodio a sé stante. Nondimeno, credo che la lettura risulti più apprezzabile se preceduta dalla Rabbia, il primo della serie. Infatti, i personaggi abbandonano la dimensione lievemente macchiettistica della prima avventura per mostrare più sfaccettature del loro carattere.
C’è più spazio, anche in termini di foliazione, per scoprire le debolezze e i pensieri più intimi di Morganti. Seguendolo nelle sue passeggiate urbane, l’autore spinge ə lettorə a divagare con l’ispettore, a seguirne i ragionamenti che, spesso, sembrano allontanarsi dalle indagini in corso.
D’altra parte, contrariamente aз protagonistз dei noir a cui siamo abituatз, Morganti non ha dalla sua uno spiccato intuito, quanto piuttosto un sesto senso che, però, sembra passare più dai suoi mocassini che non dalle elucubrazioni. Potrebbe sembrare, e a volte ne è convinto anche lo stesso Morganti, che non abbia alcuna vocazione per la professione, ma tra volumi di poesie e viaggi in tram è difficile immaginare un ispettore migliore e più umano.
Ancora di più di Morganti, è Giosafatte a spogliarsi dell’immagine impacciata e goffa che lo aveva caratterizzato per buona parte del primo romanzo. Pagina dopo pagina (e, forse, anche romanzo dopo romanzo) si rivela un collaboratore prezioso e fidato, dotato di un istinto più acuto del suo superiore.
L’evoluzione dei due personaggi principali si accompagna a una maturazione del loro rapporto, come provano i dialoghi importanti e a tratti commoventi che affrontano intorno alla felicità e alla vita.
Indagine sulla felicità dà spazio anche alle precedenti conoscenze e ne introduce di nuove, tra le quali spicca Stefano Primavalle, fidanzato della figlia dell’ispettore e giovane scrittore.
Attraverso Stefano e le sue riflessioni metaletterarie, l’autore approfondisce le argomentazioni sulla felicità e sulla scrittura.

gli sarebbe piaciuto tanto che i personaggi dei suoi romanzi vivessero di vita propria ed entrassero nelle case delle persone per fare loro compagnia.

Dal punto di vista stilistico Alessio conferma una prosa gradevole, scevra di barocchismi ma evocativa. Nella lettura, seppur principalmente endofasica, ho percepito la ricerca di una musicalità armonizzata alle atmosfere del romanzo.
Noir sui generis, Indagine sulla felicità propone una trama gialla più complessa e si arricchisce di riferimenti a casi e indagini affrontati da Morganti fuori dalle pagine dei romanzi. Come La rabbia è un romanzo foriero di riflessioni e incentrato più sull’umana esistenza che sul versante forense, una peculiarità che ormai contraddistingue la serie.
A questo proposito, in Indagine sulla felicità si possono ritracciare diversi indizi sulle future avventure di Morganti. Non ci resta che aspettare e nel frattempo goderci la nuova indagine esistenzial-poliziesca.

ci vuole talento anche per la felicità.

Il mio voto

4 specchi e mezzo


I libri della serie:
La rabbia
Indagine sulla felicità

Ringrazio l’autore per la fiducia che mi ha di nuovo accordato nel propormi la lettura in anteprima del suo romanzo.

Piccolo spazio pubblicitario (non troppo)
Lunedì 15 maggio avrò l’onore di dialogare con Paolo Alessio durante la presentazione del suo romanzo, Indagine sulla felicità.
Saremo ospiti di TOOB, in Via Maria Vittoria, 43/C Torino (TO). L’appuntamento è alle 17.30.
Vi aspettiamo!

Commenti