Ho raccontato quanto l’uscita della miniserie (6 episodi), abbia influenzato la mia decisione di leggere Anna, romanzo di Niccolò Ammaniti pubblicato nel 2015. La trasposizione televisiva è abbastanza fedele al romanzo, ne rispetta le coordinate ma ne espande la narrazione, completandola e arricchendola.
Una volta tanto, forse, possiamo evitare di concludere con «era meglio il libro».
Se avete già letto la mia recensione al romanzo, sapete che Anna è il nome della protagonista: una ragazzina rimasta orfana di entrambi i genitori a causa della «Rossa», un virus letale che si manifesta al raggiungimento della maturità sessuale. Tuttavia, le rimane ancora Astor, il fratellino a cui deve insegnare a leggere e che deve tenere lontano dai pericoli del nuovo mondo.
Scomparsi gli adulti, infatti, ragazzi e bambini sono guidati unicamente dall’impulso vitale, che li rende disperati e feroci.
La crudeltà di cui sono capaci, però, prende pieghe disturbanti: infliggere sofferenza non è soltanto necessario a sopravvivere; spesso si trasforma in un gioco perverso, in divertimento malato. Sebbene il romanzo non si sottraesse alla descrizione delle derive più violente, nella serie televisiva diventano un tratto caratterizzante di alcuni personaggi.
Mentre il romanzo si focalizza su Anna, la serie sceglie di approfondire le singole storie raccontandoci il passato e la nuova realtà di personaggi chiave, ancorché secondari.
È un flashback, per esempio, a rivelare che il sadismo di Angelica ha radici nel prima, nella vita di una ragazzina a cui una famiglia ricca aveva concesso tutto tranne che attenzione. Angelica cresce giocando ai reality show, riproponendoli nel prima e nel dopo come strumento di selezione, divertimento e tortura.
Clara Tramontano, interprete di Angelica, si distingue tra i giovani attori accanto all’esordiente Giulia Dragotto (Anna) e a Sara Ciocca. Quest’ultima interpreta una delle bambine prigioniere-accolite di Angelica: un personaggio che, per caratterizzazione, risulta una novità della trasposizione e che aggiunge spessore introspettivo alla narrazione di un’infanzia costretta a deragliare.
Tra i grandi interpreti, comunque, è doveroso fare il nome di Roberta Mattei, la quale veste i panni della mitica Picciridduna. Nel romanzo è poco più di una leggenda, di un filo di speranza a cui aggrapparsi, non diversa da un paio di scarpe particolari e introvabili: un’adulta non colpita dalla «Rossa» da cui ottenere la salvezza. Nella serie per Sky, la Picciridduna diventa un personaggio concreto.
La speranza è un elemento nuovo, introdotto dalla serie che non si limita a vagheggiare possibilità di salvarsi e avere un futuro, ma le esplicita.
Sullo sfondo la Sicilia che, abbandonata, scopre una natura ricca, capace di riprendersi i suoi spazi, ma si avvolge anche di misticità. Un tipo di atmosfera che mi ha ricordato molto Il miracolo, serie televisiva di Ammaniti in cui la spiritualità si rivela ancorata a un quotidiano meno prettamente religioso.
Come accennavo, è una serie apprezzabile dai lettori del romanzo, che forse lamenteranno l’assenza di Coccolone, ma anche dagli appassionati del genere post-apocalittico.
Anna è disponibile nel box set on demand di Sky e su Now.
Non sapevo ci fosse una serie tv, ma il libro lo conoscevo! Adesso sono sicuramente più incuriosita :)
RispondiEliminaÈ uscita da relativamente poco (aprile 2021). Fammi sapere se li recuperi! :)
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