Recensione: "Papà Gambalunga" (Daddy-Long-Legs #1) di Jean Webster

recensione papà gambalunga

È un’edizione vecchia, non particolarmente preziosa e molto sgualcita (deve averne viste molte negli anni) e, da che ho memoria, è sempre stata nella mia libreria. Per molto tempo non ci ho fatto caso: non ho mai visto una singola trasposizione e non mi interessava leggere il romanzo. Poi, riordinando i libri, ho iniziato a sfoggiarlo perché ho un debole per i libri vissuti: trovarmelo sotto gli occhi così spesso mi ha fatto venire voglia di leggerlo. Nella sua totale prevedibilità, ciò che non mi aspettavo è che Papà Gambalunga mi sorprendesse.

copertina papà gambalunga webster edizione integrale

Titolo: Papà Gambalunga
Titolo originale: Daddy-Long-Legs
Autore: Jean Webster
Traduttori: Enrico De Luca e Miriam Chiaromonte*
Prima edizione italiana: Felice Le Monnier - 1920
Prima edizione: Hodder & Stoughton - 1912
Pagine: 264
Prezzo: ebook - € 5,99; cartaceo - € 15,50
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È il primo mercoledì del mese e Gerusa viene inaspettatamente convocata dalla direttrice dell’asilo John Grier. L’Istituto si è occupato per anni della sua educazione, consentendole di proseguire gli studi in scuole esterne, ma ormai diciottenne, Gerusa è troppo grande per continuare a vivere a spese dell’orfanotrofio. Fortunatamente un membro del Comitato di Vigilanza ha deciso di sovvenzionare i suoi studi universitari, versandole un assegno mensile affinché possa mantenersi adeguatamente presso il collegio superiore. Pur desiderando rimanere anonimo, il generoso ed eccentrico signore desidera ricevere notizie sui progressi di Gerusa e ha espresso il desiderio che diventi una scrittrice.
Giunta a Fergusson Hall, Gerusa inizia a scrivere al signor Smith, che decide di chiamare «Papà Gambalunga». È un soprannome molto confidenziale, che la ragazza attribuisce al suo benefattore a partire dall’unica caratteristica intrinseca che conosce.
Il romanzo si compone di una serie di lettere nelle quali Gerusa, che si firmerà JouJou (nda nelle altre edizioni Judy), racconta a Papà Gambalunga le sue giornate al collegio, in compagnia delle altre studentesse, confidandogli difficoltà ed emozioni. Papà Gambalunga colma un vuoto nella vita della ragazza che va oltre la sua educazione e si trova a impersonare una famiglia immaginaria, con tanto di fratelli, sorelle, zii e nonne.
JouJou, infatti, fatica a inserirsi tra le coetanee: hanno un bagaglio di conoscenze che deriva dalla vita nella società, ma soprattutto dalle letture. Per loro è tutto normale e scontato, mentre il mondo di Gerusa era fino a poco prima l’istituto John Grier. Così, Joujou impara ad amministrare l’assegno mensile ripartendo le spese tra la necessità di avere un guardaroba adeguato all’ambiente e alle proprie frequentazioni e l’acquisto di libri.
Papà Gambalunga si può leggere come un percorso di formazione attraverso i romanzi: JouJou legge David Copperfield, Robinson Crusoe, Alice nel paese delle meraviglie e Jane Eyre. Più tardi scopre Shakespeare e Stevenson. L’impegno nella lettura è da costarle un intoppo negli esami.
Mi soffermo su questo particolare perché mi è sembrato significativo del valore attribuito ai romanzi nell’educazione e ho avuto l’impressione che i titoli citati volessero essere un suggerimento delle letture da seguire.

Sapete, papà, io sono del parere che per chiunque, a qualunque condizione appartenga,
la virtù più necessaria sia l’immaginazione: essa vi permette di mettervi nei panni degli altri
e vi rende buoni, simpatici ed intelligenti.
È una qualità che si dovrebbe coltivare attivamente nei ragazzi,
e invece l’asilo John Grier si affrettava a spegnerla non appena essa si preannunciasse anche con un timido barlume.

Le lettere rivelano la maturazione della protagonista sia nello stile sia nel pensiero. Ho trovato particolarmente interessanti il desiderio di indipendenza economica e la volontà di realizzarsi, seppure cercando di rispettare i desideri del proprio benefattore.
D’altra parte le riflessioni sulle tematiche sociali, dalla religione alla politica, che JouJou affronta nelle sue lettere rispecchiano le aspirazioni della società angloamericana tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento.

Per me un uomo che non modifica per nulla le proprie idee per quarantasette anni di seguito
deve essere esposto in un museo come una rarità; […]

Durante la lettura ho spesso pensato ad altri romanzi, da Pollyanna a Una ragazza fuori moda, per citare due dei miei preferiti, in cui le protagoniste risultano anticonformiste ma comunque animate da grandi virtù e buon cuore.
Non sono qui per dire che Papà Gambalunga va assolutamente letto, ma se vi capita, se anche voi ne avete una copia nella vostra libreria, potreste farci un pensierino: troverete una voce sprezzante, divertente, forse un po’ ingenua ma indubbiamente vivace.

Il mondo ribocca di felicità e ce ne sarebbe per tutti, se ciascuno sapesse accontentarsi di ciò che trova.
Soprattutto in campagna, quante cose divertenti! Io posso passeggiare sul terreno di tutti,
ammirare il paesaggio di tutti, e trovarci tanto piacere come se quel terreno mi appartenesse;
e tutto senza pagare né tasse né pedaggi.

Il mio voto

3 specchi


*Ho letto l’edizione dell’editrice AMZ, tradotta da Giorgio Cavallotti (1961). I dati della scheda si riferiscono all’edizione Caravaggio, arricchita dai disegni originali di Alice Jean Webster.

I libri della serie:
Papà Gambalunga (Daddy-Long-Legs #1)
Dear Enemy (Daddy-Long-Legs #2) - inedito in Italia

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