Recensione: "Ophelia" di Charlotte Gingras

Di giorno, quando va a scuola e deve affrontare i Vandali, Ophelia indossa una particolare armatura fatta di strati di vestiti che le vanno enormi, ma la fanno sentire meno vulnerabile anche se tutti la chiamano «stracciona».
Perché Ophelia è come i cuori che, protetta dalla notte, disegna sull’asfalto e sui muri di cemento: spezzata. Le sue ferite sono brecce che non riesce a mostrare agli altri, sono le paure che hanno messo radice in lei. Paure inconfessate e inconfessabili perché Ophelia non ha amici e non riesce a fidarsi della madre, che non è stata in grado di prendersi cura di lei e proteggerla quando era solo una bambina. Ora passa le notti fuori casa impegnata dal lavoro e dal fidanzato di turno, mentre Ophelia cerca uno spazio in cui esprimersi.

La notte mi appartiene.

copertina ophelia charlotte gingras

Titolo: Ophelia
Titolo originale: Ophelia
Autore: Charlotte Gingras
Traduttore: Camilla Diez
Prima edizione italiana: Giralangolo EDT - marzo 2019
Prima edizione: Groundwood Books - marzo 2018
Pagine: 264
Prezzo: cartaceo - € 15,00; ebook - € 9,99
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La sua solitudine viene infranta dal dono, da parte di una scrittrice, di un quaderno dalla copertina blu e senza righe e dalla scoperta di un edificio abbandonato.

Io che non ho l’abitudine di scrivere posso tracciarvi lettere tutte storte o anche al contrario, se mi va. Posso cancellare un’intera pagina, scarabocchiarci dentro, incollarci delle immagini. Posso anche parlarti senza che nessuno lo sappia.

Il quaderno è un porto sicuro, è libertà di raccontarsi. Il fabbricato è una fortezza, ben presto eletta ad atelier segreto. Ma non è l’unica ad aver scelto quel capannone dismesso come rifugio: c’è un ragazzo della sua scuola, con cui non ha mai parlato e come lei è preso di mira dai Vandali, che lo ha trovato per primo e ci va per poter sognare.
È guerra aperta ed è l’occasione di lasciarsi avvicinare da qualcuno.

Romanzo di formazione coraggioso e di ampio respiro, Ophelia non edulcora i dubbi e le sensazioni spesso contrastanti dell’adolescenza e non si nasconde nell’amore romantico per evitare di affrontare la sessualità, uno degli aspetti più importanti della crescita. Gingras, anzi, ne scrive con delicata naturalezza, aiutata forse dalla scelta di Ophelia quale voce narrante.
Infatti la scrittura, contaminata dalla giovane età della protagonista e dalla sua propensione per l’arte figurativa piuttosto che per la letteratura, risulta talvolta aspra e spigolosa, ma non priva di note poetiche che sposano un sentire assoluto e doloroso.
Sono significative, in questo senso, la rabbia verso le ingiustizie, la fame e la devastazione del mondo che Ophelia racconta nel suo quaderno e che esprime in uno scrapbook realizzato per la scuola e reso disponibile anche al lettore dalle illustrazioni di Daniel Sylvestre.
Proprio per quanto riguarda i disegni devo esprimere un leggero disappunto: forse, l’unico neo del libro. I piccoli sketch restituiscono l’aspetto disordinato e libero del quaderno, nonché le emozioni di Ophelia, ma credo che sarebbe stato opportuno tradurne le parti testuali.
Il romanzo di Gingras ruota attorno a tematiche importanti e difficili, al cui centro si colloca la violenza subita dalla protagonista. La solitudine è, dunque, un muro di difesa perché nessuno si avvicinerebbe alla compagna strana, alla ragazza stracciona, ed è una prigione da cui può evadere solo spogliandosi della sua armatura. Ecco perché diventano fondamentali la presenza della ragazza ardente, disegnata sul muro dell’atelier, e quella di Ulisse.

Contrariamente a me, la grande ragazza ardente non teme il mondo esterno.

Il quaderno-diario rappresenta la prima occasione per Ophelia di aprirsi, ma è attraverso Ulisse, il ragazzo strambo con cui condivide l’atelier, che impara ad accettarsi.
Con un romanzo in cui ciò che rimane sottotraccia riesce ad affiorare in un secondo momento, Gingras lancia un messaggio forte contro il bullismo ed esalta la positività dell’essere diversi e solidali.

Bisogna soltanto rimanere in piedi. Questo ho imparato ieri. A rimanere in piedi.

Il mio voto

4 specchi


Commenti

  1. Sembra molto interessante; purtroppo in questo periodo i romanzi di formazione mi attirano veramente poco :(

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    1. Lo è ! L'aspetto positivo è che non scappa e quando ti verrà voglia di leggerne qualcuno, avrai già un'idea ;)

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