Soulmates

Aprilynne Pike

Titolo: Soulmates
Titolo originale: Earthbound
Autore: Aprilynne Pike
Traduttore: Mathilde Bonetti
Editore: Sperling&Kupfer
Prima edizione italiana: 18 marzo 2014
Prima edizione: Razorbill - 30 luglio 2013
Pagine: 328
Prezzo: Rilegato - € 17,90

È stato allora che ho capito che saremmo morti tutti. E in quel momento la mia paura è svanita. Mi sono sentita completamente in pace. Nessun flash della mia vita che mi scorreva davanti agli occhi, nessun rimorso, solo una pace immensa.


L’aereo su cui Tavia viaggiava insieme ai suoi genitori è precipitato. Unica superstite, Tavia si è trasferita a Portsmouth a casa di Reese, sorellastra del padre, e dello zio Jay.
Se vi state chiedendo perché mai a Jay sia riconosciuto il grado parentale e non a Reese, mi dispiace: non ho una risposta. Spero vi consoli sapere che nemmeno per Jay il ruolo di zio rimane costante.
Tuttavia, gli zii con cui Tavia non ha mai avuto molti contatti l’hanno accolta con loro senza esitazioni: dopo la morte dei genitori, la ragazza doveva essere protetta soprattutto da mass media e necessitava di cure mediche e psicologiche. Per questo alterna le sedute dal fisioterapista con quelle da Elizabeth, la sua psicoterapeuta. Con lei è impossibile avere un segreto: sa come farsi raccontare ogni timore, ogni incubo della ragazza.
D’altra parte, frequentando una scuola online, non ha molte altre persone con cui confidarsi. Eccetto Benson. Lui è l’unico che sappia tutto. Per evitare di attirare l’attenzione le è stato detto (e lei ha accettato quasi con gratitudine) di mentire, di raccontare di aver avuto un incidente d’auto, ma con Benson è stato diverso. Dopo essersi conosciuti nella biblioteca in cui il ragazzo lavora, hanno continuato a vedersi spesso e a messaggiare. Benson è il suo miglior amico.
Un giorno, però, vede un ragazzo in abiti d’epoca («Una ricostruzione storica?» si chiede): ha i capelli lunghi, biondi, tirati indietro in una coda bassa. Non riesce a staccare gli occhi da lui e lo fissa come ipnotizzata, trattenendo il fiato.

E per qualche ragione che non riesco a comprendere o a spiegare, il mio cuore comincia a martellarmi nel petto all’impazzata.

Dopo aver letto la trama – non proprio precisa- nella seconda di copertina e la tormentata domanda in quarta di copertina («Se la tua anima gemella bussasse alla porta del tuo cuore, sapresti riconoscerla?»), è facile farsi un’idea dei contenuti del romanzo e sospettare che non ci sia possibilità di originalità. Nonostante non sia entusiasta di questa lettura, devo riconoscere che gli elementi di base erano tutti molto buoni e che, con uno sviluppo diverso, avrei apprezzato molto di più Soulmates.
Proprio il taglio che la Pike ha dato alla sua opera mi rende difficile parlarne senza fare grossi spoiler. Farò del mio meglio.
Il titolo dell’edizione italiana si allontana da quello originale e coglie solo un aspetto della storia di Tavia. Questa scelta consente di evitare forse di rivelare troppo presto gli sviluppi del romanzo, ma allo stesso tempo è davvero deviante o, almeno, io la percepisco così. Si tratta di un particolare comunque.
L’incipit di Soulmates è piuttosto intrigante, ha un buon ritmo e una prospettiva interessante, ma innalza troppo le aspettative: la narrazione delude quasi subito, buttando il lettore in un intreccio labirintico. Ci sono, infatti, condizioni diverse in cui un lettore afferma di essere confuso. In un primo, piacevolissimo caso la lettura è coinvolgente e i tanti misteri la sostengono invitando il lettore a procedere. In un secondo caso i misteri non vengono percepiti come tali e i punti interrogativi affollano la mente del lettore lasciandolo smarrito. Questo è il caso di Soulmates e poco conta che ogni tassello trovi il suo posto alla fine. Naturalmente si tratta della mia opinione.
Alla confusione contribuisce il ritmo narrativo: la Pike sembra essersi lanciata in pista pronta a vincere una gara contro i piloti più veloci del momento. Perdonatemi per il paragone.
L’impressione è che abbia voluto mettere troppa carne sul fuoco: troppe idee e troppa fretta. Qualche pagina in più avrebbe reso, forse, più giustizia alla storia.
La voce narrante è proprio Tavia, ma il suo punto di vista aggiunge poco: non ci sono riflessioni profonde e la ragazza tende a essere un tantino ripetitiva. Mi dispiace veramente metterla in questi termini, ma anche le reazioni dei personaggi sono frustranti, soprattutto quelle della protagonista. Non credo di fare un grosso spoiler usando un evento dei primi capitoli come esempio. Una notte, dopo aver avuto un incubo, Tavia vede nel giardino di casa il ragazzo in abiti d’epoca a cui accennavo nella trama. Quando il ragazzo sparisce, lei si sente confusa: perché ne sente la mancanza?
In seguito, quando con la mente più lucida dovrebbe razionalizzare l’episodio, affermerà che sa che non si tratta di uno stalker e che può fidarsi di lui. Istinto? Mettiamola così. L’imprudenza e la goffaggine dimostrate successivamente, però, fanno dubitare della sua intelligenza. Non so se è normale, ma mi sono chiesta se questa ragazza avesse mai visto un qualsiasi telefilm: fa troppe sciocchezze e non riesce – nemmeno ci prova – a fare due più due.
Dall’altra parte c’è il comportamento di Benson: non scendo nei dettagli, ma è sempre troppo calmo, perfetto e soprattutto disponibile. Ci sono situazioni in cui il minimo sarebbe dare di matto pensare di essere impazziti.
Dato che io ho letto tutto il romanzo, posso rassicurarvi: negli ultimi capitoli troverete una spiegazione.
Altri personaggi importanti sono Elizabeth, Reese e Jay, ma mi sono resa conto di non poter parlare nei dettagli di ciascuno di loro e forse perché non sono particolarmente caratterizzati.
SPOILER
A un certo punto la protagonista inizia a chiamarli con nomi diversi, mescolando il livello di confidenza e anche i nomi originari. L’ho trovato incoerente.
FINE SPOILER
Ho letto il libro con concentrazione perché avevo l’impressione che la Pike si contraddicesse o che ci fossero dei buchi; in realtà non ho trovato nulla del genere: alla fine, l’ho già spiegato, diventa tutto chiaro. Ma è tutto forzatamente spinto perché ci sia mistero e la confusione è troppa. Mi spiego: ci sono romanzi in cui la risposta alle mille domande arriva solo nella conclusione, ma la narrazione è probabilmente meglio gestita e soprattutto meno frettolosa. In Soulmates non ci sono briciole disseminate, qua e là, tra una vicenda e l’altra (tranne per un caso, forse), nulla che ti faccia esclamare: «Era ovvio! Come ho fatto a non arrivarci?».
D’altra parte le tante idee, che ho annotato come negative abbinate al frettoloso svolgimento, costituiscono uno spunto positivo: Soulmates unisce generi diversi, dal paranormal romance al distopico, e ha così la possibilità di soddisfare i gusti di molti lettori. A tal proposito mi sembra che l’elemento distopico sia di troppo, ma solo il seguito potrà smentirmi.
La grossa pecca, per me, è stata la narrazione troppo veloce e, di conseguenza, poco suggestiva. La Pike avrebbe potuto tentare uno sviluppo leggermente più lineare e soprattutto dare più sprint a Tavia.
Per concludere, Soulmates non era il romanzo giusto per me. Voi l’avete letto? Che ne pensate?

Il mio voto

2 specchi

Amaranth

Commenti

  1. E' nella mia wishlist da un po', ma dopo aver letto la recensione credo che ci resterà per un bel po'...

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    1. Non posso certo consigliartelo, penso che nella tua WL ci siano libri che meritano la precedenza ;)

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  2. La Pike non mi aveva favorevolmente colpita neanche con Wings, e mi par di capire che non si sia mossa da quei livelli. Resterà sullo scaffale senza troppi rimpianti.

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    1. Non ho letto Wings e anche se pensavo di farlo, ci ho ripensato. Se la Pike non ti aveva entusiasmata prima, credo che tu faccia bene a lasciare Soulmates dove si trova.

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  3. La saga di Wings l'ho portata a termine solo perchè ormai l'avevo iniziata, ma non mi aveva entusiasmata particolarmente!! Ero indecisa se dare una seconda possibilità alla Pike con questa nuova saga, anche se non mi convinceva troppo, ma grazie alla tua recensione penso proprio lascerò perdere!! :D

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    1. Non puoi dirmi così: dopo aver letto Soulmates, mi sono imbattuta in tanto entusiasmo per Wings e pensavo di leggerlo!
      Volevo darle una possibilità retroattiva, ma lascerò perdere anch'io XD

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    2. Mah, ti dirò...la storia di Wings in sè per sè è anche carina, ma la protagonista è troppo odiosa e c'è il solito fastidioso triangolo!! Ti consiglio di leggerla solo se non hai nulla di meglio da leggere...e non credo sia il tuo caso! :D

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  4. Ciao, peccato che questo libro sia deludente, dalla trama mi ispira un sacco!! da questo tuo raccontare mi ricorda un po' la narrazione frettolosa di Alice in Zombieland, che ne dici? meglio o peggio?

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    1. Ciao! Per rispondere senza esitazione dovrei aver letto da poco Alice in Zombieland. In generale penso che, per quanto frettoloso, Alice era molto più convincente.

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  5. A me ispirava, ma dopo la tua recensione non so cosa fare :/

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    1. Dai libri sono abituata ad aver molto, a partire da uno sviluppo convincente. Io ti consiglio di lasciarlo in wishlist e di confrontare più opinioni. ;)

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