Recensione: “Storie fantastiche di isole vere” di Ernesto Franco

Ce le siamo contese, strappate, conquistate e riconquistate,
le abbiamo vendute e le abbiamo amate, ma forse più difficile è, semplicemente, leggerle.

Ho letto il titolo. Ho voluto il libro.
O forse è il libro che ha voluto me (È la bacchetta a scegliere il mago, signor Potter).
Non mi è servito sapere altro: non mi sono nemmeno soffermata sul risvolto e, appena ho deciso di leggerlo, ho sfilato la sovraccoperta. Mi piace farlo: leggere senza aspettative e scoprire che Storie fantastiche di isole vere può essere tante cose, ma è soprattutto inaspettato.

Per questo mi piacerebbe non aggiungere altro, dirti di fidarti e leggere, ma con chi altrɜ potrei condividere le mie riflessioni se non con te?

Titolo: Storie fantastiche di isole vere
Autorə: Ernesto Franco
Prima edizione: Einaudi - 9 aprile 2024
Pagine: 136
Prezzo: cartaceo - € 17,50; ebook - € 9,99

Sfogliando il libro di Franco, si potrebbe dedurre che si tratta di una raccolta di saggi o racconti, ognuno dedicato a un’isola. Non sarebbe giusto, ma nemmeno del tutto sbagliato.
Storie fantastiche è la storia dell’incontro tra due personaggɜ, entrambɜ misteriosɜ ed entrambɜ voci narranti.
L’unǝ è testimone, ascolta e riporta al lettorǝ i racconti del Pilota, l’altrǝ è narratorǝ del libro. Al primǝ appartiene lo sguardo sul Pilota, sul mare, sulla città e sugli eventi che accompagnano i racconti. Al secondǝ appartiene la conoscenza, ma è come se l’unǝ fosse il doppio dell’altrǝ.

Mi rendo conto di non esistere, ma poi mi consolo e mi dico che, certo, in quelle vite io non sono esistito.

Il Pilota ha condotto per tutta la vita navi nel porto di Genova, ma qualcuno lo ha sentito dire che “prima” era stato nelle isole di “tutti” i mari. Non si stenta a crederlo perché sembra che conosca le storie di tutte le isole.
Le storie raccontate dal Pilota e raccolte dal suǝ uditorǝ hanno la meglio sulla forma narrativa, portano in secondo piano l’esistenza letteraria deɜ due narratorɜ, i loro movimenti tra il mare e la città di Genova e i fatti a cui assistono.
Il loro incontro è una vicenda accidentale, mentre l’attenzione si concentra sulle storie di ciascun’isola. Al plurale perché nessun’isola ha una sola storia e tutte le isole sono la somma di eventi storici e fatti dell’immaginazione.
Il Pilota conduce ǝ lettorǝ nell’esplorazione di venti isole, tutte vere, anche la più fantastica di tutte. Isola dopo isola, diventa evidente che l’immaginario è vero tanto quanto, e a volte anche di più, del reale perché esiste nella mente degli esseri umani.
Come la grotta sul monte Ida, asilo del neonato Zeus a Creta, che non è altro che una grotta su un monte: un niente, scrive Franco, in cui e grazie a cui risplende tutta la forza che gli uomini lasciano nelle loro tracce più profonde, che sono, ancora una volta, i racconti, le parole…
Storie fantastiche di isole vere si può leggere come una guida di viaggio o come un manuale di storie e libri da (ri)trovare, ma è soprattutto una riflessione sull’essere umano e un’introspezione.

A Creta avviene il labirinto. Non è un personaggio, non è propriamente un luogo, non è un animale né un vegetale.
È un’immagine che, dall’inizio dei tempi, non fa che descriverci e porci domande.

Come accennavo, però, Storie fantastiche è tante cose. È una dichiarazione d’amore alla letteratura, alle vite che ci regala e a Genova, isola in incognito.

Genova non ha sud, non ha nord, è tesa come una gomena fra Oriente e Occidente, le ombre mimano la vita nelle strade.

A metà tra raccolta di racconti e riflessione metafisica, Storie fantastiche di isole vere è un libro coinvolgente ed emozionante. Consigliato a chi ama il mare ma vive a terra, a chi veleggia tra avventure immaginarie in cerca di porti sicuri e a chi sogna di trovare Atlantide.

Il mio voto

5 specchi


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