Recensione: “Il re delle fate d’autunno” di Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi

La vita è un film. Un thriller senza logica, con il finale che crolla in pezzi e si ricompone sulle sue domande.

Titolo:Il re delle fate d'autunno. In fondo alle filastrocche è sempre buio
Autorз: Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi
Prima edizione: Mursia - 22 febbraio 2024
Pagine: 304
Prezzo: brossura - € 18,00

Dolcezza è un paesino di provincia come tanti: sconosciuto ai più, sostenuto dalla presenza di una fabbrica importante nella quale, bene o male, lavorano tuttǝ. A Dolcezza c’è l’Ekta, le cui emissioni ufficialmente sono nei limiti di legge ma avvelenano e uccidono lavoratorз e famiglie.
Ma Silvia e le altre ragazze rapite a Dolcezza non sono state uccise dai fumi dell’Ekta. Giovani. belle e apparentemente innocenti come le fate a cui inneggiano i versi della filastrocca ritrovati sui loro corpi, sono vittime di un serial killer che deve essere fermato.
Il caso è da subito nelle mani dell’ispettrice Giulia Foscari e del suo vice Chiarloni. Se tanti dubbi si assiepano attorno all’identità dell’assassino, sembra da escludersi che si tratti di unə forestierə.
Ma tuttз з cittadinз di Dolcezza potrebbero avere attitudini o tratti sospetti e, peggio ancora, tuttз potrebbero avere un movente.

«Perché avete celebrato quel rito?»
«Per uccidere il mostro.»

L’esposizione del malessere e del disagio sociale, provocati e alimentati dagli orizzonti chiusi di un paese perso nella provincia, si inserisce all’interno della narrazione come un tassello fondamentale per comprendere la realtà in cui si muovono ɜ personaggɜ, da Giulia all’assassinǝ.
Chiaverotti e Porazzi mostrano così la capacità del male di farsi strada tra le fratture della psiche, come promessa anestetizzante del dolore.
La trama intessuta daglǝ autorǝ porta a sospettare di tuttɜ, con pochissime eccezioni. D’altra parte, se poco mi hanno esaltata i colpi di scena, ho trovato una penna convincente che ha un punto di forza in una protagonista che meriterebbe una serie.
Mi è sembrato interessante anche il processo di profiling descritto nel romanzo: Giulia non aspetta di avere tutti i dettagli per sedersi a tavolino e unire i punti. Lascia spaziare la mente in cerca di associazioni inaspettate, tenendosi così lontana da propri bias cognitivi e non escludendo alcuna ipotesi.
Il re delle fate d’autunno è thriller da leggere d’un fiato, avvincente quanto basta per una lettura d’evasione.

Il mio voto

3 specchi

Questo libro è stato letto per Italians do it better - Books Edition.

Commenti