C’erano una volta due galline sorelle, che si chiamavano Tuja e Chica.
Tuja aveva le piume nere, Chica le aveva di un bel grigio caldo e tenero.
I ventitré giorni della città di Alba, Il partigiano Johnny: sono alcuni dei titoli che prontamente associamo a Fenoglio e mai ci verrebbe in mente di raccontarlo facendo riferimento alla Favola delle due galline sorelle.
Se non si ha avuto altra occasione, prendendo in mano il libricino che custodisce La favola delle due galline e, in appendice, la fiaba incompiuta Il bambino che rubò uno scudo, si accoglie il dono che Margherita Fenoglio ha voluto fare ai bambini e si scopre una sfaccettatura inusuale di Fenoglio uomo, padre e scrittore.
Nella lettera che accompagna questa edizione, Margherita racconta che quando seppe che sarebbe diventato padre, deciso ad accogliere la nuova vita con un regalo speciale, Fenoglio iniziò la stesura di due racconti: alla figlia Margherita donò, poi, La favola delle due galline, lasciando l’altro incompiuto.
Mi piace molto l’idea che questo libro possa essere un regalo da lettore a lettore perché si ripeta il gesto di Fenoglio padre e di Fenoglio figlia.
Titolo: La favola delle due galline
Autorə: Beppe Fenoglio
Prima edizione: Einaudi - 2008
Pagine: 60
Prezzo: cartaceo - € 10,00; ebook - € 6,99
Protagonista del primo racconto è Chica, una gallina dal piumaggio grigio e morbido, un po’ distratta e sbadata. L’indole di Chica mal si accompagna a quella della sorella Tuja, una gallina nera animata di senso pratico e sempre indaffarata e scontrosa.
Il precario equilibrio tra le due sorelle si spezza all’improvviso: difficile individuarne le cause. Tuja caccia la sorella e le sbarra l’ingresso alla casetta sul fico. Chica è costretta a trascorrere la notte esposta al pericolo più grande: il lupo.
Carica di tensione, La favola delle due galline unisce aspetti crudi e spaventosi a speranza e sincero affetto riuscendo così a portare serenità e fiducia verso il futuro. Nel corso della notte, infatti, Chica si trasforma: se può apparire tanto indolente rispetto alla secca concretezza della sorella, è proprio lei a mostrare tenacia e vitalità.
La sua lotta contro la paura, la perseveranza con cui, nonostante la stanchezza, contrasta il lupo e gli sfugge sono gli insegnamenti morali della favola fenogliana: la resistenza al male si traduce in resistenza del bene che salva e accoglie.
L’edizione è arricchita dalle illustrazioni espressive ed evocative realizzate da Alessandro Sanna.
Anche nella favola, nonostante il ritmo narrativo sia adattato al genere, si riconosce lo stile ricercato di Fenoglio con la sua complessa fusione di espressioni gergali e parole colte e con l’innovazione che investe anche strutture sintattiche.
È vivida, sebbene i disegni di Sanna non si estendano anche a essa, la narrazione della storia di Paolo, il protagonista del racconto Il bambino che rubò uno scudo. L’edizione lo ospita in appendice a offrire un saggio della scrittura e degli intenti fenogliani.
L’intero libro, pur nella sua brevità, si gusta così a stimolo dell’immaginazione e nutrimento della parte che, in ciascuno di noi, ha bisogno di spensierata fanciullezza.
Il mio voto
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