Recensione: “La ragazza che non c’era” di Cinzia Bomoll

Un romanzo noir da oggi* in libreria, il mio ritorno alle recensioni sul blog, il consiglio di lettura che vi sto per dare e la nebbia fissata in una foto come nel panorama ferrarese familiare all’ispettrice Nives Bonora.

copertina ragazza non c’era Bomoll Bonora

Titolo: La ragazza che non c’era (Nives Bonora #1)
Autorə: Cinzia Bomoll
Prima edizione: Ponte alle Grazie - 11 ottobre 2022*
Pagine: 224
Prezzo: cartaceo - € 16,00; ebook - € 10,99
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Nives detesta le conversazioni telefoniche, soprattutto quelle con il commissario Brandi, suo capo e suo… uomo? Tenere segreta la loro relazione è una necessità su cui entrambi concordano, ma Nives mal sopporta l’atteggiamento scostante di Brandi che, quando si tratta di lavoro, è secco e freddo.
A complicare il suo stato d’animo sopraggiunge il caso di una ragazza misteriosa, ritrovata esanime in un ex-ospedale psichiatrico che Nives ricorda da sempre avvolto da un’aura malinconica e inquietante.
Da subito l’ispettrice Bonora sente di avere un legame con la ragazza che, erroneamente creduta morta, è sparita senza lasciare tracce. È una sensazione che la spinge a guardarsi dentro ed è forse il motivo per cui continua a indagare anche quando il commissario la solleva dall’incarico.

Ho letto La ragazza che non c’era in anteprima grazie alla fiducia accordatami da Ponte alle Grazie, ma non ho potuto fare a meno di confidarmi con Anncleire (Please Another Book), che mi ha incontrata quando avevo finito il romanzo da appena due minuti, e con mia madre, alla quale ho voluto consigliarlo in quanto grande lettrice di gialli.
Con entrambe mi sono soffermata su tre aspetti: il caso dell’indagine, la dimensione del femminino e lo stile. Ho trovato quest’ultimo semplice, adatto a un genere che tende a una lettura incalzante. Spero di non essere fraintesa, ma non è la caratteristica che più mi ha colpito.
Sulle prime, quando ero ancora immersa nella prima parte del romanzo, ho avuto l’impressione che anche il caso non fosse particolarmente intrigante per quanto avvincente sotto un profilo più emotivo. Sono stata smentita e lo ammetto con piacere: le apparenze (parola che non scelgo a caso) hanno lasciato trasparire margini meno netti e la ricostruzione della verità si è rivelata più complessa.
Da subito ho trovato interessante l’universo femminile messo in scena da Bomoll: è facile parlare di romanzo al femminile quando la protagonista è una donna e spesso lo si fa con superficialità. È invece una definizione pertinente per La ragazza che non c’era e la serie delle indagini di Nives Bonora.
Le sfaccettature caratteriali dell’ispettrice Bonora, infatti, sono approfondite e rette dalle relazioni che instaura con le altre figure femminili che si muovono all’interno del romanzo. Bomoll riesce così a esprimere efficacemente che, proprio come le persone reali, i suoi personaggi non sono definiti e dati una volta per tutte.
Nives non è soltanto la donna scontrosa e indipendente che appare nelle primissime righe del libro: è infatti agitata da numerose contraddizioni che riversa nelle poesie scritte di getto. Un’abitudine peculiare che le permette di leggersi più a fondo, di incanalare le emozioni e tenerle a bada.
Il confronto con le donne legate alle indagini, per esempio, rivela la sua capacità di entrare in profonda empatia con gli altri fino a capirne le ombre e a scorgerne la luce. La sensibilità di Nives è un ponte perché emergano le sue fragilità, le stesse che la portano agli eccessi più umorali.
Nella quotidianità Nives deve confrontarsi con altre tre figure femminili importanti: la madre, che l’ha lasciata quando era solo una bambina; la pm Baruffaldi, (quasi) rivale in amore e donna che agli occhi dell’ispettrice appare tutta d’un pezzo; e infine nonna Argenta, confidente e punto fermo.
Bomoll accenna anche alla complessità delle relazioni con gli uomini, primi tra tutti il padre e il commissario Brandi. Sono certa che la volontà sia sviluppare ciascun personaggio e le rispettive storie nel corso della serie, ragione in più per me di desiderare il seguito.
Doveroso disclaimer sulla presenza del famigerato triangolo amoroso, che introduco più per poter esprimere solidarietà a chi, come me, terrà le parti del vertice più debole.
Avevo in mente un appello accorato a Bomoll, ma ve lo risparmio. Vi consiglio, invece, il suo romanzo: un promettente inizio di serie da leggere quest’autunno. Io già lo immagino trasposto sullo schermo.

p.s. Ma il seguito quando arriva?

Il mio voto

4 specchi


I libri della serie:
La ragazza che non c’era (Nives Bonora #1)

Ringrazio la casa editrice per avermi omaggiato di una copia.

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