Recensione: “Horrorstör” di Grady Hendrix

Ad attrarmi è stata l’estetica del libro. Per la precisione sono stata attirata dalla copertina che richiama quelle dei cataloghi IKEA: adoravo sfogliarli, mi piaceva quel viaggio attraverso stanze e case possibili, ma questa è decisamente un’altra storia.
Aprendo e leggendo Horrorstör, l’immersione all’interno del catalogo continua attraverso illustrazioni che riproducono schede tecniche, cartelloni pubblicitari e altro. L’aspetto è una componente tanto preponderante che rischia di ridurre la storia a uno sfondo, trasformando il libro in un puro oggetto che, esattamente come un catalogo IKEA, può diventare un elemento d’arredo.
È un trucco ben riuscito, ma come apprezzare le illustrazioni senza tenere conto della storia? C’è un punto di fusione che dà forza a entrambe le componenti e il risultato è semplicemente geniale.

copertina Horrorstör grady hendrix

Titolo: Horrorstör
Titolo originale: Horrorstör
Autore: Grady Hendrix
Traduttore: Rosa Maria Prencipe
Prima edizione italiana: Mondandori - 8 giugno 2021
Prima edizione: Quirk Books - 23 settembre 2014
Pagine: 264
Prezzo: cartaceo - € 19,00; ebook - € 9,99

Se ho faticato nella stesura di questa recensione è proprio perché mi sembrava di penalizzare l’idea di Hendrix e l’opera finale considerando ogni parte (la trama, le illustrazioni e i temi) singolarmente quando, in realtà, sono tutte interconnesse e in costante dialogo tra loro.

Amy ha soltanto un obiettivo: resistere fino alla fine della giornata tenendosi il più lontana possibile da Basil, il vicedirettore della sede Orsk di Cuyahoga, e intascare il suo stipendio. Peccato che agli strani e inquietanti SMS anonimi che tormentano il personale di Orsk si siano aggiunti alcuni episodi vandalici ai danni della merce. Tutto avviene nottetempo, ma Basil ha deciso di coinvolgere Amy e Ruth Anne, un’altra dipendente, nella sua personale missione risolutiva: faranno un unico turno extra che inizierà alla chiusura del negozio e coglieranno i malfattori sul fatto.
Da parte sua, Amy non ha altra scelta che accettare l’incarico: ha bisogno dei soldi extra e, soprattutto, vuole tornare alla sede di Youngstown.

Amy si chiese intontita se sarebbe rimasta bloccata per sempre sulla ruota per criceti,
bloccata nella vendita al dettaglio per sempre,
bloccata a Orsk per sempre.

In effetti, quella notte molte e inquietanti cose verranno rivelate in un crescendo di brividi e orrore.

Mentre le vicende prendono avvio, l’attenzione è inevitabilmente calamitata dalle esternazioni di Amy e di Matt, impiegato di Orsk, che esplicitano una posizione critica verso il sistema capitalistico e la struttura del lavoro.

«Dentro non ci aspetta altro che schiavitù al dettaglio,
sfruttamento senza fine e sottomissione personale
ai capricci dei supremi padroni aziendali.»

Orsk, rendendo possibile descrivere il libro come una complessa metafora la cui chiave di interpretazione risiede per lo più nelle illustrazioni. Da una parte, infatti, le illustrazioni dialogano direttamente con la narrazione, trasfigurando di pari passo con lo store; dall’altra non possono che costringerci a pensare, insieme con le costanti evoluzioni di Orsk, ai grandi ipermercati della nostra realtà e al rapporto che instauriamo con essi.
Sebbene Hendrix non dedichi molto spazio all’approfondimento psicologico dei personaggi, rivela molti dettagli della loro vita. Mentre per Amy Orsk è un lavoro di ripiego che l’ha intrappolata, per altri è diventato quanto di più vicino ci sia a una famiglia… o a una casa.

«Ho tratto questo posto come tratterei casa mia.
È questo il vostro motto, no? Una Casa per Tutti?
Questa è casa mia.»

La dimensione horror è mitigata dall’umorismo dei protagonisti e della voce narrante, ma se avete un’immaginazione particolarmente fervida… preparatevi.
Horrorstör è uno di quei libri apprezzati soprattutto per l’aspetto. In effetti, sono d’accordo nel considerarlo anche un bell’oggetto, ma l’ho trovato così geniale che l’ho inserito subito tra le letture migliori dell’anno. La copertina e le illustrazioni non sono un’aggiunta estranea alla storia e, come già ho spiegato, al contrario contribuiscono alla narrazione.

Il mio voto

5 specchi


Commenti

  1. Sembra un libro tanto particolare quanto intrigante!

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    1. Per me lo è, ma penso che tutti concordino sulla sua particolarità!

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