Recensione: “Isole. Cartografia di un sogno” di Gavin Francis

Probabilmente, quindi, il dono di un’isola ai viaggiatori
che non fanno parte della sua comunità di abitanti è la riduzione delle opportunità.
Il fatto che offre del tempo per compiere un viaggio interiore
piuttosto che delle occasioni per volgere l’attenzione all’esterno.

recensione gavin francis isole foto golfo di macari

La mia lieve isolo-filia parte da una convinzione simile: dall’idea che sia possibile, allontanandosi da impegni, convenzioni sociali, ritmi e obblighi, trovare un equilibrio, conoscersi, crescere. Per questo motivo, a volte, fantastico sulla possibilità di trascorrere un periodo in un luogo isolato (non per forza un’isola), ma non saprei dire quanto a lungo sarei in grado di resistere senza interazioni umane e quanto sano sarebbe per me.
Forse state pensando che abbiamo conosciuto tutti l’isolamento durante i lockdown, ma era totale se bastava aprire una chat per ritrovare gli amici di sempre?
«Per provare un’ombra del brivido e del sollievo derivanti dall’abbandono, basta semplicemente disconnettersi» scrive Gavin. Sono tentata di osservare che c’è differenza tra isolamento e abbandono: l’ultimo si prova anche con una connessione veloce perché l’isolamento è subìto, non ricercato.
Prima di trasformare la recensione in uno spazio di riflessione personale, in cui non si parla davvero del libro, sarà bene ripartire dall’inizio. O quasi.

Titolo: Isole. Cartografia di un sogno
Titolo originale: Island Dreams: Mapping an Obsession
Autorə: Gavin Francis
Traduttorə: Anna Lovisolo
Prima edizione italiana: EDT - 22 aprile 2021
Prima edizione: Canongate Books Ltd - 7 maggio 2020
Pagine: 224
Prezzo: cartaceo - € 20,00; ebook - € 13,99
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Che cosa dovesse essere per з lettorз, forse, non era chiaro nemmeno a Francis quando iniziò a scrivere Isole. Dopo aver letto l’ultima pagina, è difficile spiegare che cosa sia diventato. Un libro che ne contiene molti altri, che si può leggere e persino consultare.
Si potrebbe raccontare Isole come un’indagine personale sull’origine dell’isolo-filia e su quanto abbia in comune con l’isolamento. Oppure come una navigazione della memoria e della fantasia attraverso le isole di Francis. L’autorə, infatti, ritorna alle isole della sua infanzia, rievoca quelle da cui si è sentito attratto, quelle in cui ha vissuto per molto o poco tempo e sulle quali ha scoperto la forte connessione che esiste tra gli abitanti di un’isola. Nel frattempo, trovano spazio anche le isole di inchiostro, che si raggiungono leggendo.
Isole si legge, dunque, anche come un ricco catalogo, la cui fruizione è resa agevole dall’individuazione di sezioni che raggruppano sensazioni derivanti dall’isolamento insulare o tipologie di isole.
Nella dimensione singolare e personale, che potrebbe far pensare che l’opera sia di interesse limitato, si inserisce un respiro universale: Francis cerca di spingersi oltre le sue personali colonne d’Ercole, arricchendo la sua voce di testimonianze eterogenee.
Come ho lasciato intuire con l’introduzione, la riflessione del lettorə riporta il discorso su un piano privato: una caratteristica comune ai libri come questo.

Rifletti spesso sull’intimo legame che esiste fra tutte le cose che sono nel cosmo e sui loro rapporti reciproci. In un certo qual modo, infatti, tutte le cose sono intrecciate tra loro, e perciò sono tutte amiche le une delle altre.

Marco Aurelio

Forse non stupisce scoprire che, in questo libro, non mancano citazioni e riferimenti a romanzi, scritti e autorз. Alcuni sono stati per me delle rivelazioni che mi hanno convinta del fatto che tornerò ad aprire Isole.
Una meditazione, un’indagine, un viaggio e forse qualcosa di più: l’isola come hiatus, come sogno e idea, come cura e modello di vita.

Il mio voto

4 specchi


Commenti

  1. Sembra un libro bellissimo anche graficamente e non solo per la tematica e la struttura!

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    1. Intuisci bene! È bello soprattutto se ti affascina la cartografia :)

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