Recensione: "Alex & Alex" di Alyssa Brugman

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Leggere Alex & Alex non è facile, anche se una pagina tira l’altra ed è uno di quei libri che, una volta iniziati, attraggono anche da chiusi. Ogni tanto chiuderlo è stato, però, necessario per lasciare scivolare via il fastidio e l’irritazione: preparatevi perché questo romanzo vi farà anche infuriare.

copertina alex & alex brugman

Titolo: Alex & Alex
Titolo originale: Alex as well
Autore: Alyssa Brugman
Traduttore: Aurelia Martelli
Prima edizione italiana: EDT Giralangolo - 17 ottobre 2013
Prima edizione: Text Publishing - 30 gennaio 2013
Pagine: 179
Prezzo: cartaceo - € 13,50; ebook - € 7,99
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Alex è un’adolescente come tante altre, insicura del proprio corpo e desiderosa di trovare un proprio modo per esprimersi e definirsi. Solo che per tutti Alex è un ragazzo.
Alex ha iniziato presto a pensare a se stessa come a due persone: Alex, il figlio maschio, il ragazzo dall’aria fragile che tutti vedono, e la vera Alex, una ragazza che vorrebbe assomigliare alle sue coetanee, truccarsi, portare la gonna.
Essere in due, per quanto strano, è un vantaggio: è Alex che la consola, che la consiglia e, quasi fosse un fratello, che la irrita. D’altra parte, Alex è ciò che di più simile a un amico si ritrova accanto.
Ed è inevitabilmente al suo fianco anche quando decide di voler essere se stessa.

Quando sono nata, hanno detto Ha un pisellino, deve essere maschio.
Ma dentro io non sono un maschio.

È una decisione da cui non può e non vuole tornare indietro, anche se le è chiaro che non avrà sostegno dai suoi genitori. Quando gliene ha parlato, la madre ha inscenato un melodramma, convinta che si trattasse di un capriccio, e suo padre se n’è andato di casa.
Alex non conta sul loro aiuto per poter cambiare scuola, ma è chiaro che non frequenterà più l’istituto maschile a cui era iscritta. Compila da sola i moduli della nuova scuola, ma deve trovare una soluzione per il certificato di nascita: lì sopra c’è scritto anche il suo sesso biologico ed è proprio quello che lei desidera nascondere.

Ma che alternative ho? Non penso di poter tornare indietro e fare il ragazzo.
Sarò semplicemente questa cosa qui, una via di mezzo che tutti disprezzano.

Sembra difficile raccontare l’identità di genere, ma Brugman riesce a farlo con una semplicità disarmante. Forse affidandosi alla voce della protagonista, diretta ed estremamente colloquiale, l’autrice ha trovato la via per togliere di mezzo ogni dubbio e perplessità.
Il lettore si schiera da subito dalla sua parte: spera che la sua vita possa cambiare, che chi le è accanto riesca a sostenerla e Alex riesca a vivere un’adolescenza quanto più normale possibile.
Il racconto di Alex è, però, intervallato da alcuni scritti del blog della madre. L’aspetto grafico e stilistico è così curato anche nei commenti da apparire realistico e, pertanto, ancora più impattante. A scanso di equivoci, sono queste le pagine più difficili del romanzo, quelle che mi hanno costretta a interrompere la lettura per sbollire il nervosismo.
Alex è una ragazzina e sbaglia, fa gli errori tipici della sua età, ritenendosi abbastanza matura per poter decidere per sé. D’altra parte, la sua famiglia non solo non riesce a sostenerla, a comprendere i suoi sentimenti, ma desidera imporsi su di lei, costringendola a essere ciò che i suoi genitori hanno immaginato e stabilito.
Brugman riunisce, quindi, le tematiche importanti e complesse dell’abuso psicologico e dell’accettazione in un romanzo che si legge piacevolmente, ma non è privo di difetti.
A posteriori si percepiscono la mancata scansione temporale degli eventi, che avrebbero potuto essere maggiormente delineati e legati all’anno scolastico, e lo scarso approfondimento dei risvolti psicologici del vissuto della protagonista, per i quali, però, si sarebbero rese necessarie più pagine. Si tratta comunque aspetti trascurabili, che non tolgono forza al romanzo.

Il mio voto

3 specchi e mezzo


Commenti

  1. Sembra una lettura davvero notevole, era da parecchio che cercavo qualcosa sull'argomento ma nulla mi convinceva del tutto.
    Tranne Cinzia di Ortolani, che però parla della vita adulta.

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    1. Cinzia è nella mia wishlist, ma non l'ho letto: credo, però, che in punti in comune (per tante ragioni) siano marginali.
      Se non altro, non siamo davanti a una persona che riesce a conoscersi (a scoprirsi) grazie all'amore ed è interessante proprio per la semplicità dell'autoaffermazione.
      p.s. Se conosci altri titoli sul tema dell'identità di genere e ti va, scrivimeli pure :)

      Elimina

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