Recensione: "Grotesquerie" di Emanuela Valentini

recensione grotesquerie emanuela valentini

Valentini si misura con un romanzo dall’impianto esteso, un punto di vista originale che rimane un mistero fino alle ultime pagine, sipari di uno spettacolo inaspettatamente violento. Il fascino del circo, i colori che, prima di iniziare a leggere, si immaginano brillanti e festosi sono fasti di un passato che non appartiene al Grotesquerie.

copertina Grotesquerie Emanuela Valentini

Titolo: Grotesquerie
Autore: Emanuela Valentini
Prima edizione: RW Edizioni - 29 novembre 2018
Pagine: 335
Prezzo: cartaceo - € 19,95
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Rouen è una città-Stato florida. Nella pace attraversata dall’Europa, appare luminosa e pervasa da uno spirito progressista. Ma, appunto, si tratta di mera apparenza.
Correnti rivoluzionarie si muovono nella clandestinità e sotterraneamente si agitano gli animi di chi aspira a tornare libero. Da una parte un gruppo di giovani benestanti e sognatori, che leggono e fanno poesia benché sia stata proibita, dall’altra i prigionieri di Ensevelie, l’enorme prigione segreta dove si sta preparando un violento e glorioso futuro.
A completare il quadro e a renderlo ancora più instabile, i progetti espansionistici di uomini di potere privi di scrupoli e il circo. I cittadini di Rouen apprezzano gli spettacoli offerti da Madame Grotesque, ne ignorano il tributo di dolore e sangue. Il Grotesquerie, d’altra parte, sembra l’unica possibilità per tutti coloro che, per difformità fisiche o mentali, non sono accolti dalla società.
Il loro potrebbe comunque essere un futuro radioso, sebbene ai margini, ma se il loro passato si fondava sul dolore, non è diverso il loro presente. E Priscilla lo scoprirà presto.

Ho cercato di limitare la trama all’essenziale, senza approfondire eventi e personaggi, per permettervi di vivere al meglio l’esperienza di lettura. Immergersi nelle pagine di Grotesquerie aspettandosi semplicemente di imbattersi in un circo permette di apprezzare il meticoloso gioco di incastri attraverso cui Valentini costruisce il suo romanzo.
Tentare di individuare un protagonista è un’abitudine che non ho saputo reprimere e così la mia attenzione è stata catturata da Priscilla, uno dei personaggi più positivi e affascinanti. Eppure, la narrazione si dispone come un enorme affresco su Rouen e sulla varietà umana che la anima.
Pur atteggiandosi a narratore onnisciente e distaccato, capace di cogliere pensieri ed emozioni di ciascun personaggio, la voce narrante è, in realtà, molto più vicina alla storia di quanto si riesce a immaginare.
A mio avviso è l’elemento più originale del romanzo, ma ne costituisce anche il punto debole. Lo stile, infatti, manca di uniformità adattandosi ai diversi personaggi su cui si sofferma senza trovare un’identità precisa. In particolare, ho trovato difficile seguire la descrizione delle scene corali: il punto di vista saltella senza requie da un personaggio all’altro, assecondando l’estraneità agli eventi del narratore.
Se a questo aspetto si trova spiegazione, forse ad altri rimarrà l’insoddisfazione di non vedere approfondite alcune sottotrame. Penso soprattutto a Priscilla, che ha tenuto vivo il mio interesse capitolo dopo capitolo e che ha un grande potenziale.
L’originalità del punto di vista, forse, intacca un po’ il coinvolgimento verso i diversi personaggi, ma credo che tutti i lettori abbiano avuto a cuore le sorti del circo. Vuoi per la spontanea fascinazione, vuoi per una simpatia verso i circensi del Grotesquerie.
Intrighi politici, sopraffazione e ingiustizia, una bellezza che è pura illusione per gli occhi. In Grotesquerie non mancano nemmeno l’amore e la battaglia: in campo macchine terribili rese possibili dall’impiego senza scrupoli di tecnologia e scienza.
Ma in Grotequerie c’è della vera bellezza, solo bisogna saperla vedere.

Della loro singolare bellezza ha parlato già abbastanza la storia, non occorre aggiungere altro.

Il mio voto

3 specchi


Commenti

  1. Ciao Amaranth! 💙
    Sono di nuovo nella blogosfera.
    Non conoscevo questo libro, ma leggendo la tua recensione mi è sorto un forte desiderio di leggerlo. Sono sempre in cerca di libri che siano ambientati in un circo, mi piace l'atmosfera (vedi "Il Circo della Notte" di Erin Morgenstern), credo che sia il luogo perfetto in cui far accadere delle magie. Se poi, come in questo caso, c'è uno sdoppiamento tra apparenza e realtà le cose si fanno ancora più interessanti. Mi dispiace per il punto di vista così confusionario, ma proverò comunque a leggerlo, sperando di abituarmici.

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    1. Ciao, Martha! ♥ Anch'io sono affascinata dall'atmosfera del circo e ti confesso che ho altri libri con questa ambientazione nella mia lista di letture. Più che confusionario, il punto di vista è ballerino e richiede molta attenzione: nel complesso, posso assicurarti che la curiosità vince su tutto XD

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