Recensione: "Orangeboy" di Patrice Lawrence

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Chi mi conosce sa quanto io sia refrattaria, per non dire ostile, ai paragoni tra i romanzi. Odio leggere sulle fascette o stampate direttamente sulle copertine frasi che strillano con entusiasmo che abbiamo tra le mani il romanzo del rinato taldeitali. Ma per quanto mi sforzi, continuo a pensare che Orangeboy sia il nuovo The outsiders.

Titolo: Orangeboy
Titolo originale: Orangeboy
Autore: Patrice Lawrence
Traduttore: Isabella Maria
Prima edizione italiana: Giralangolo - 7 marzo 2019
Prima edizione: odder Children's Books - 2 giugno 2016
Pagine: 448
Prezzo: cartaceo - € 18,00; ebook - € 12,99
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Marlon sta vivendo un sogno: l’appuntamento con Sonya, una ragazza che uno come lui non avrebbe osato nemmeno avvicinare. Tutto è così perfetto e impacciato che il risveglio è brutale e scioccante. La tragedia trasforma la vita di Marlon in un incubo giallo senape: ogni ombra e ogni messaggio sul telefono possono essere una minaccia alla sua incolumità e a quella dei suoi cari.

«Di’ a Mr Orange che sto arrivando»

The Outsiders è il racconto di una città divisa dalle lotte tra gang e ragazzi che devono confrontarsi con una vita dura e violenta. Così anche il linguaggio è brutale, intriso dei gergalismi familiari a Ponyboy.
Marlon, protagonista e voce narrante, descrive una moderna Londra attraversata da una linea invisibile che separa i quartieri tranquilli, come quello in cui vive, dai sobborghi dove regnano le gang. E, suo malgrado, deve confrontarsi con quel mondo a cui non appartiene, sperando di riuscire a non affogare e non rimanere invischiato per sempre.
Mi ha colpito, come mi era già successo con il romanzo di Hinton, il rapporto con gli adulti. Diviso tra diffidenza e paura, Marlon decide di non denunciare gli agguati subiti e tacere ogni minaccia, cercando di venirne fuori con le sue sole forze. D’altra parte, gli adulti sembrano mancare di empatia e non riescono a tendergli efficacemente la mano.
Lawrence non giudica mai il suo protagonista e rimane fedele al punto di vista, riuscendo così a restituire quanto Marlon si senta solo e incompreso. Allo stesso tempo, forse per i risvolti sempre più insidiosi, non lascia spazio al dubbio e rende evidente che il silenzio sia la scelta sbagliata.
Nonostante abbia trovato qualche soluzione un po’ irrealistica, Orangeboy è stata una lettura coinvolgente e adrenalina. Se cercate uno young adult che esca fuori dai percorsi più battuti, Lawrence ha scritto un thriller che fa al caso vostro.

Il mio voto

3 specchi e mezzo


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