I libri che piacciono a me, che mi piacciono visceralmente, mi allarmano già durante la lettura perché una recensione non può essere sufficiente per spiegare ogni dettaglio che ai miei occhi (quelli della mente e dell’anima, naturalmente) li rende belli.
Poi, prima di essere del tutto annebbiata, mi ricordo che non ho bisogno di andare così a fondo e che ogni libro lo fa da sé per ciascun suo lettore, soprattutto un libro come Cinque secondi.
Perché facciamo i castelli di carte, se siamo consapevoli che crolleranno?
Titolo: Cinque secondi
Autore: Francesca Baraldi
Prima edizione: autopubblicato - 9 ottobre 2018
Pagine: 312
Prezzo: ebook - € 2,99; cartaceo - € 11,99
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Avete presente quei libri che raccontano una storia e, capovolti, ne hanno un’altra, che era poi la stessa ma da un punto di vista diverso? In un certo senso Cinque secondi è così: un libro con due storie, che sono una soltanto o forse molte di più, e quindi con due voci.
La prima è quella di Mnemosine che, beffardamente, non può essere ricordata se non cinque secondi alla volta. Cinque secondi scandiscono tutta la sua vita perché sono il tempo in cui lei esiste. Una regola della magia a cui appartiene o della sfiga che le appartiene.
Ed è chiaro che ci siano delle eccezioni e quella fondamentale è Susanna, la madre di Mnemosine, perché altrimenti come sarebbe sopravvissuta una neonata di cui nessuno aveva memoria?
L’altra storia, che si alterna e intreccia con quella di Mnemosine, appartiene a Francesca, l'autrice di questo libro. Le sue, lo spiegano le istruzioni introduttive, sono le pagine che il lettore può saltare, se vuole o se ha paura di incappare in uno spoiler di questo o degli altri suoi romanzi.
Come se si potessero evitare gli spoiler di Baraldi.
In ogni caso io vi consiglierei di leggere anche i suoi capitoli e se non avete letto gli altri romanzi di Baraldi, magari vi verrà voglia di farlo. Nello spazio che si è riservata per raccontarsi, l’autrice offre al lettore l’occasione di gettare un’occhiata al dietro le quinte, al momento in cui Mnemosine si è rivelata con la sua vita da raccontare e una vita da vivere.
Ed è proprio su questo confine indefinito che le storie quasi si confondono e leggere il libro nella sua interezza diventa ancora più interessante: le voci di Mnemosine e Francesca si armonizzano e si incontrano, svelando un gioco che, come quello delle case degli specchi, moltiplica e deforma, rivela e dietro una mancata verità nasconde.
Non voglio insistere e devo anch’io lasciarvi liberi di scegliere, ma credo che le pagine di Mnemosine siano un inizio che trova il suo proseguimento (o forse soltanto uno dei possibili) in quelle di Francesca, che sono uno stimolo a pensare o a ripensare la scrittura e la lettura, un’esortazione a instaurare un dialogo con i giganti, i libri, i film, la musica, l’arte, la scienza e noi stessi.
Le riflessioni di Baraldi, benché portate su un altro piano, sono le stesse di Mnemosine ma, mentre l’autrice offre al lettore la possibilità di non leggerle, il personaggio chiede di essere letto e in un’unica soluzione. C’è da prendere un bel respiro, dunque, prima di immergersi.
D’altra parte, lo stile non concede alternativa perché la scrittura di Mnemosine è un fluire di ricordi perfetti ed emozioni che annullano i piani temporali e al contrario cercano di imbrigliare gli eventi a una scansione cronologica, perché la protagonista e narratrice ha una sua peculiare percezione dello scorrere del tempo, con quei cinque secondi in cui la sua esistenza è riconosciuta da un’altra persona, e il lettore ha bisogno di riferimenti precisi.
Mirya corre un rischio calcolato: quello di non essere compresa, non nel messaggio o nei messaggi, quanto piuttosto nella scelta stilistica che rende la lettura impegnativa perché sembra privare del respiro.
Cinque secondi è un romanzo e in parte un metaromanzo, o forse no, forse è altro, un’anomalia, un capolavoro. Perché ho apprezzato l’idea e quello che ho trovato nelle storie (nella storia), ma ciò che ci ho trovato, e io parlo sempre di ciò che ho trovato nei libri che leggo, è mio e vale per me.
Poiché può sembrare che abbia parlato per lo più della parte facoltativa del libro, sento il bisogno di tornare alla storia di Mnemosine e delle sue eccezioni ma solo per rassicurare che è assolutamente autonoma, godibile e straziante. Oh, l’ha scritto Baraldi, ve lo devo dire io?
E se ogni libro di Baraldi è una sfida lanciata, forse tu sei quello che può accettarla.
Noi siamo scienza, e perciò siamo arte.
Il mio voto
5 specchi
Precedentemente pubblicato con il nom de plume Mirya.
Amaranth
Non avevo mai sentito parlare di questo libro, ma dopo aver letto la tua recensione credo proprio che ci farò un pensierino!
RispondiEliminaMi fa piacere avertelo fatto scoprire: spero che lo leggerai! :)
EliminaCome sempre mi onori e commuovi. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a te ♥
EliminaThanks for a ggreat read
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