Virginia Bramati
Quando, in vista di una sessione esami, sono costretta a intensificare lo studio e lo stress raggiunge livelli prossimi alla tracimazione, provo una certa soddisfazione nel leggere romanzi che mi coccolino e che, per certi aspetti, siano una lettura semplice. Cercasi amore vista lago mi aveva dato l’idea di avere le carte in regola per aiutarmi ad affrontare il periodo, ma qualcosa non deve aver funzionato a dovere.
Da che mi ricordi ho sempre desiderato diventare architetto. Anche se all’inizio questa mia attrazione per l’edilizia era più un infantile «voler costruire case», in verità.
Titolo: Cercasi amore vista lago
Autore: Virginia Bramati
Prima edizione: Giunti - 19 settembre 2018
Pagine: 256
Prezzo: ebook - € 8,99; cartaceo - € 14,90
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Bianca si è laureata in architettura, conquistandosi spazio e rispetto nei cantieri dove lavora. Niente la fa sentire a proprio agio come indossare calzoni, scarpe antinfortunistiche e caschetto. La caparbietà le ha permesso di non entrare nella ditta paterna e l’ha portata a un passo dal suo sogno: aprire uno studio con Irene, la sua migliore amica.
Un passo che la crisi, il conseguente mancato rinnovo del contratto e la stessa Irene la costringono a rimandare. Senza un lavoro Bianca è costretta ad accettare l’aiuto di Eugenia, la sorella gemella che è ovviamente il suo specchio, solo più luminoso.
Grazie le sue amiche, Eu le ha trovato un impiego a Verate, un paesino sul lago di Como. A malincuore, quindi, lascia l’amata Milano e la laurea in architettura per diventare un agente immobiliare. Verate, però, si rivela molto diversa dalla triste e necessaria parantesi che la donna si era prospettata.
Verate è una piccola oasi di felicità e Bianca, accolta con un interesse umano e certamente non pettegolo, riesce a guarire dal colpo inaspettato che l’ha costretta a lasciare i cantieri di Milano e ritrova equilibrio e una tiepida serenità. Soprattutto scopre che lavorare per un’agenzia immobiliare non significa soltanto vendere appartamenti e ville e, forse per una sua particolare predisposizione a entrare in contatto con le persone, capisce qualcosa di molto importante: le case non sono soltanto fondamenta e mattoni, spazi in cui abitare; sono emozioni e sentimenti, anche ricordi a volte e in altri casi opportunità.
Il romanzo di Bramati si sviluppa intorno a questa rivelazione, che la protagonista e, con lei, il lettore raggiungono per gradi, passando attraverso la ricerca di un appartamento adatto alle esigenze di Bianca e il lavoro per l’agenzia.
Un’altra tematica molto sentita è il mancato rinnovo del contratto lavorativo, che mette Bianca in una situazione piuttosto comune e che si intreccia con la caduta di una figura che, per certi aspetti, aveva idealizzato.
Elementi interessanti che arricchiscono un romance che, per quanto giocata su alcuni stereotipi e dunque sia in parte prevedibile, vanta lo sviluppo di un rapporto di coppia equilibrato e tenero.
D’altra parte, i personaggi sono ben caratterizzati e se mi ha colpito soprattutto la loro integrità morale, ho apprezzato soprattutto la protagonista. Bianca è, infatti, una donna indipendente e determinata, in grado di affermarsi da sé e fare affidamento sulle proprie capacità, nonostante interventi provvidenziali.
Da un punto di vista formale non si può negare che Bramati abbia uno stile piacevole, ricercato e non banale: a dispetto della narrazione in prima persona, la scrittura non tende a un uniformarsi su un livello discorsivo e rispecchia la formazione e la professionalità della protagonista.
Un difetto, su cui credo si possa soprassedere, è il sopraggiungere quasi frettoloso del finale: una nota stonata in una storia che si sviluppa tendenzialmente con calma, consentendo di assaporare ogni evento.
Eppure, come vi dicevo, qualcosa per me non ha funzionato: mi sono trascinata pagina dopo pagina senza riuscire a provare alcun coinvolgimento e purtroppo annoiandomi. Mi sono obbligata a giungere alla conclusione perché ero davvero curiosa nei confronti dell’autrice e desideravo avere un’idea completa.
Ho scoperto, inoltre, che Verate è presente in tutti i romanzi di Bramati e si possono ritrovare gli stessi personaggi da un libro all’altro, sebbene ciascuno mantenga comunque una propria autonomia narrativa. Impossibile, dopo aver provato la serenità del paese lombardo nato dalla fantasia dell’autrice, non pensare a un certo Borgo Propizio ed essere per questo motivo ancora più curiosi di capire se Verate sia un luogo a cui tornare. Voi cosa mi consigliate?
Il mio voto
3 specchi
Amaranth
Oh noooo... non ha funzionato. Mi dispiace un sacco. Io adoro tutto e quando vado a Verate mi sento a casa. Inutile dirti che io ci tornerei eccome, magari cominciando dal primo, dove tutto è nato. Si chiama tutta colpa della neve e anche un po’ di New York.
RispondiEliminaBaba Desperate Bookswife
Proverò a ritornarci partendo dall'inizio: ho il sospetto di non aver azzeccato il momento giusto...
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