L’ho visto al Salone

Case editrici e libri scoperti al Salone del Libro 2019

Lunedì sera si sono spente le luci del Salone del Libro, ma ho visto sorrisi di soddisfazione e spritz levati per festeggiare e fissare i ricordi di una kermesse che ha dato tanto. Ho già raccontato le mie impressioni a caldo, ma non l’ho fatto bene per diverse ragioni: forse ci sarà tempo per approfondire.
A differenza di altri anni, ho voluto fare di questa edizione un’esplorazione degli spazi espositivi, delle case editrici che già conoscevo, anche se solo virtualmente, e di quelle che, invece, non avevo mai notato. Per questo motivo e per la voglia di stare con le mie amiche ho partecipato a tre incontri.
Certo, ad alcuni ho rinunciato all’ultimo, frenata dalle piccole sale in cui erano stati organizzati e dalle lunghe code. Nulla di male nelle file: ho fatto quelle a cui tenevo di più, ma ho cercato anche di spendere proficuamente il mio budget il mio tempo.
La mia quattro giorni (ho a malincuore saltato l’apertura) tra padiglioni e Oval, tra sfogliatelle, gelati, hamburger, pizze e aperitivi, ha allungato la mia wishlist e portato ad alcune scoperte e di questo vorrei parlare, se la smetto di perdermi in altre chiacchiere.

Avevo due tappe obbligate, stabilite su carta, cuore e mente da quasi un mese: Bakemono Lab e il Palindromo. Da Bakemono Lab non ho trovato la raccolta Yokai. Spiriti inquieti, esaurita già venerdì, ma sono tornata a casa con Yokai. La notte della volpe, un regalo davvero molto apprezzato, e un po’ di affetto per Céline e Spoon, che per me sono stati i protagonisti dello splendido stand dell’editrice. Non aggiungo stelline extra per il fatto che si trovava proprio accanto al bar dello spritz aperol, ma almeno lo prendo come un segno del destino.
Avevo adocchiato quelli del Palindromo quando ho scoperto Creature fantastiche della Sicilia e le guide letterarie di Palermo e Catania. Lo ammetto, aspettavo solo che arrivassero anche a Torino: ho dovuto comprare Torino di carta, ma ho lasciato il cuore allo Stradario immaginifico di Palermo e a Elogio del fantastico.
Proprio andando a trovare lo stand de il Palindormo sono rimasta incantata dai loro vicini, Idee Storte Paper. Pubblicano libri illustrati stupendi e in fiera portano anche acquarelli che vorrei aver preso. Mi sono “accontentata” (si fa proprio per dire) della Irregular City Map di Palermo e ho arricchito la mia collezione di cartoline.

A questo punto, poiché mi viene spontaneo cercare di muovermi mentalmente per il Salone, potremmo aprire una parentesi sugli stand bellissimi che ospitavano libri che fanno bene anche solo a vederli. Devo, allora, nominare VerbaVolant Edizioni, dei quali devo assolutamente prendere Il mare chiuso, Iperborea e L’Ippocampo. Da questi ultimi dominava il verde e tra le orchidee e i gerani ho dovuto (sì, ho dovuto) prendere uno dei Racconti dei saggi. Tascabili, belli esternamente, belli internamente, e interessanti. Se lo volete sapere, l’ho preso anche pensando a Purin de Il sospiro del Muflone: lei li vorrà leggere tutti.
Mi fermo al padiglione 2 ancora per Eris Edizioni: ho posato gli occhi su Ventuno di Guillem Lόpez. Vi dico solo che mi ha chiamato da lontano.
Mentirei se dicessi che sono passata indenne per il padiglione 3, soprattutto dopo la reading organizzata da HaperCollins in Sala Magenta. Ho ascoltato la lettura del racconto di Caterina Bonvicini, mi sono commossa e ho deciso che voglio Le nuove Eroidi. Si tratta di un omaggio a Ovidio, le cui Heroides si componevano delle epistole di famose donne della mitologia ai loro mariti o innamorati. La proposta HarperCollins è una riscrittura in chiave attualizzante e arriverà in autunno. Non devo ripetervi che desidero questo libro, vero?
Quando ho accompagnato Alaisse a guardare i libri della Atmosphere Libri, ho sospirato sulle Cronache del Monastero Rosso e aggiunto alla mia wishlist Zeina di Nawal al-Sa’dawi.

Davanti alla Giulio Perrone Editore ci sono passata per caso, attirata dalle t-shirt Book Pusher che si addicono un po’ a tutte le Belle. Mi sono soffermata su A Lisbona con Antonio Tabucchi di Lorenzo Pini, ma è stata Mala Follia. Racconti dal carcere a destare tutto il mio interesse.
Tappa obbligata dell’Oval è stata la Abe Editore, che ha fatto della cura grafica il punto di forza nella proposta delle opere meno note di autori famosi. Non solo naturalmente: il loro catalogo è tanto ricco e vivace nella presentazione da far venire voglia di collezionarlo; Ang e Al ne sanno qualcosa.
Le mie compagne di avventura conoscevano già bene la Abe Editore (dallo scorso Salone non hanno smesso di tenersi aggiornate sulle pubblicazioni e di parlarmene), ma io avevo presente soltanto il loro aspetto virtuale. Vedere i loro libri dal vivo mi ha riempito di curiosità verso il loro progetto.
È stato quasi un caso, ma grazie all’occhio di falco di Ang (ha riconosciuto il nome di un’autrice su un libro) mi sono ritrovata a leggere i risvolti di copertina dei libri della Zona42. Risultato? Ho adocchiato un’intera trilogia: Virga di Karl Schroeder.
Conoscevo, invece, le Edizioni Clichy e il loro è stato l’ultimo stand presso cui mi sono fermata. Ho fatto male. Oppure molto bene. Ho fatto male e molto bene allo stesso tempo. Nel dubbio incolpo e lodo Alaisse, perché è stata lei a mettermi il libro in mano. Leggete con me: «Una studentessa copia un compito e si aggrappa al proprio alibi finché non si ritrova complice della riesumazione dell’oscuro passato di un professore». Capite perché voglio leggere Lince rossa e altre storie?
Non ho dubbi: ho dimenticato qualcuno e qualche libro. In ogni caso anche questa edizione del Salone ha lasciato il segno e fremo, fremo perché vorrei leggere tutto ieri. Se conoscete queste case editrici o avete letto i libri che ho nominato, fatemelo sapere: scambiamoci consigli, tanto per mantenere ancora un po’ viva l’atmosfera delle ultime giornate.

Amaranth

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