Era un sabato sera, e un manto ghiacciato ricopriva Parigi.
Lui, che veniva dal caldo sole dell’Italia, si era spento nel più cupo e malinconico dei mesi,
in una città lontana, in una notte senza luna.
Titolo: Amedeo, je t’aime
Autore: Francesca Diotallevi
Prima edizione: Mondadori Electa - 15 settembre 2015
Pagine: 247
Prezzo: cartaceo - € 18,90; ebook - € 6,99
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Jeanne Hébuterne ha appena diciannove anni quando incontra Amedeo Modigliani e subito, nello scorgerlo sdraiato tra l’erba, nudo dalla vita in su, le vengono in mente tutti i racconti ascoltati su quell’uomo. Molti lo chiamano Maudit, maledetto, in un gioco con il più affettuoso diminutivo Modì: persino il fratello André l’ha messa in guardia da quell’italiano che eccede nel bere e attaccabrighe.
Ma Jeanne, complice l’invito di Modigliani a posare per lui, ne è affascinata e, tra le proteste delle amiche, si ritrova ad accettare.
C’era una corrente sotterranea tra di noi, un legame che ci univa, che non aveva a che fare solo con l’arte. Quando ero accanto a lui sentivo qualcosa. Qualcosa a cui ancora non sapevo dare un nome, ma sapevo che c’era.
Jeanne si innamora e per Amedeo, che la accoglie accanto a sé non solo come musa o amante ma al pari di una sposa, rinuncia a tutto. Si allontana dalla sua famiglia, mette in secondo piano la ricerca di un proprio stile artistico per sostenere l’uomo che ama.
Avvicinandosi a Modigliani, Jeanne si accosta con lui sull’abisso, là dove le stelle brillano più intensamente e dove bruciarsi è un attimo.
Se avessi dovuto rinunciare a lui, non sarei sopravvissuta.
Amedeo, je t’aime è uno di quei romanzi che iniziano dalla fine ma, pur rivelando sin dalla prima pagina il tragico destino della sua protagonista, non lasciano andare il lettore tale è il coinvolgimento.
Diotallevi dà voce a Jeanne Hébuterne, giovane artista parigina che visse accanto ad Amedeo Modigliani anni intensi, gli ultimi della loro vita. L’amore tra Hébuterne e Modigliani, avvelenato da una passione irrequieta, dalla reciproca necessità e dalla malattia che crea dipendenze e alimenta i demoni personali, è reso dalla penna dell’autrice poetico e struggente nella sua intensità.
La costruzione accurata di una voce narrante ferma, arricchita di sfumature psicologiche che rendono concreta e umana la protagonista, e i dettagli su cui si sofferma, dalla luce agli sguardi e ai rapporti interpersonali, contribuiscono all’illusione di leggere parole scritte direttamente da Jeanne. E allora sì, il romanzo valica il confine della finzione e rivela uno studio attento che dal movimentato e fremente circuito artistico della Parigi avanguardista passa alla vita di Hébuterne e Modigliani e ricostruisce la loro storia a partire dalle loro opere d’arte.
La sensibilità di Diotallevi riesce a comprendere e restituire la complessità di Jeanne e del suo rapporto con Modigliani. Nella sua dipendenza assoluta da quell’uomo affascinante come un dio, la giovane artista doveva sembrare quasi un’ombra agli occhi degli amici di Amedeo. Al lettore appare in tutta la sua fragilità e sorprendente forza, animata da un amore tanto tenace da spingerla a rinunciare a molto, non ultima l’approvazione della propria famiglia, pur di restare accanto a un uomo con cui spesso doveva scontrarsi.
Amedeo, je t’aime è un omaggio alla vita e all’opera di un grande artista italiano, Modigliani, ma soprattutto alla donna che lo ha sostenuto, ispirandolo e sorreggendolo nei momenti di debolezza. Se tanto dell’arte di Modì è rivelato attraverso gli occhi della protagonista, Diotallevi non dimentica di dare spazio anche alle opere di Hébuterne.
In Amedeo, je t’aime, dunque, c’è molto più di una storia d’amore e, sebbene le atmosfere cupe e tormentate non facciano di questo romanzo una lettura leggera, devo consigliarlo.
Non potevo esistere, senza di lui. In quel momento, più che mai, ne ebbi la certezza.
Respiravo col suo respiro. se fosse morto sarei morta con lui.
Mi sarei sbriciolata come polvere nel vento, dissolta come sale nell’oceano.
Il mio voto
4 specchi
Amaranth