a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero
Titolo: Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza
Autori Vari; a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero
Prima edizione: Einaudi - 1959
Pagine: 560
Prezzo: cartaceo - € 16,00
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Quale pianeta vi piacerebbe esplorare? Su quale fareste una vacanza? Nei racconti ospitati dalle Meraviglie del possibile non c’è dubbio che la vita esista anche lontano dalla Terra, ma forse è meglio non farsi cogliere impreparati e annotarsi qualche informazione.
Su Venere, per esempio, avvisa Bradbury, la pioggia cade incessantemente, sbiancando ogni cosa. Su Marte, invece, vive ancora la leggenda di una grande civiltà decaduta in un passato lontanissimo: c’è, come racconta Simak in Miraggio, un mistero da carpire.
Le realtà da esperire attraverso la lettura, però, si moltiplicano nelle pagine dell’antologia perché Venere potrebbe anche diventare una colonia terrestre e, come rivela Il labirinto, le regole sociali potrebbero essere tanto diverse da rendere legale, previa notifica alla vittima designata si intende, l’omicidio.
D’altra parte, l’incontro con la vita extraterrestre può avvenire anche sul nostro pianeta. A Bill, che scrive articoli per la «Tribune», per esempio, capita di trovarsi ad ascoltare la storia di un tipo che sostiene di essere L’ultimo dei marziani.
Fantascienza non è solo incontro con forme di vita aliene, più o meno pacifiche o aggressive. Si tratta di esplorare possibilità e tra queste quella di Nove volte sette di Asimov, in cui l’umanità dipende a tal punto dalle macchine da poter riscoprire la matematica come un gioco, un dono.
Autori come Matheson e Keyes immaginano la società umana del futuro, giungendo ad esiti commoventi seppure diversi. In Matheson l’efficienza è un valore assoluto e un anziano, che non sia più in grado dei più elementari ragionamenti e non sia autonomo, lo tradisce. Keyes consente alla scienza di raggiungere un obiettivo insperato: il progresso è raccontato in forma diaristica dal soggetto sottoposto a sperimentazione, con il risultato di rendere I fiori di Algernon uno dei più toccante e strazianti racconti della raccolta.
Anche solo l’idea di leggere Le meraviglie del possibile mi dava la sensazione che sarebbe stato quasi il mio battesimo sci-fi. La convinzione di non poter esprimere una valutazione pienamente consapevole, però, non deriva soltanto da questa percezione: si dovrebbe considerare il contesto di pubblicazione dell’antologia e, ancora di più, essere in grado di rapportarla a romanzi, racconti e autori coevi. Sotto quest’ultimo profilo, sono sincera, sento di essere digiuna. Anche per questo motivo sono contenta di aver incontrato la fantascienza attraverso scritture e racconti tra loro tanto disparati.
Le meraviglie del possibile, importante per l’impulso dato alla narrativa fantascientifica in Italia, oggi ha il merito di offrire un assaggio di autori di spessore, da Bradbury a Dick e Asimov, per nominare quelli di cui ero più curiosa.
Dei ventinove racconti non tutti lasciano il segno, rivelandosi privi di quella verve che tiene incollati alle pagine. In generale, i racconti risultano scarni, limitando le descrizioni psicologiche a poche e rapide pennellate che si affidano all’empatia. Non di meno i rovesciamenti di prospettiva, quando riusciti, mi hanno preso in contropiede, coinvolgendomi ed emozionandomi.
Da brividi gli inquietanti racconti di Bradbury, Il Veldt e Ora zero, che ci tenevo a segnalare proprio per l’impatto che hanno avuto su di me.
Ho voluto leggere Le meraviglie del possibile guidata da istinto e curiosità e, sebbene alcuni racconti mi abbiano convinta più di altri, ne sono molto soddisfatta. A distanza di anni l’antologia di Fruttero e Solmi riesce ancora a sorprendere; ammetto, però, che il mio è un entusiasmo tiepido che mi spinge a consigliarvi questa raccolta solo se ne siete incuriositi, se la fantascienza vi appassiona o se, come me, volete approfondire la vostra conoscenza del genere.
Il mio voto
3 specchi e mezzo
I libri della serie:
Amaranth
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