Carlo Rovelli
Quando parliamo del Big Bang o della struttura dello spazio, quello che stiamo facendo non è la continuazione dei racconti liberi e fantastici che gli uomini si sono narrati attorno al fuoco nelle sere di centinaia di millenni. È la continuazione di qualcos’altro: dello sguardo di quegli stessi uomini alle prime luci dell’alba che cerca fra la polvere della savana le tracce di un’antilope – scrutare i dettagli della realtà per dedurne quello che non vediamo direttamente ma di cui possiamo seguire le tracce.
Titolo: Sette brevi lezioni di fisica
Autore: Carlo Rovelli
Prima edizione: Adelphi
Pagine: 88
Prezzo: ebook - € 5,99; cartaceo - € 10,00
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Mi capitò, anni fa, di ascoltare alla televisione una breve presentazione del saggio di Rovelli. Mi colpì così tanto che mi venne il desiderio di leggerlo e da allora questo libricino mi ha seguita, ammiccando dagli espositori dei titoli selezionati in libreria. Era il canto della sirena: mi attirava e mi impediva di dimenticarlo.
Quando andavo al liceo, la fisica non era il mio forte: teorie e formule, che non riuscivo mai a capire davvero e dovevo imparare a memoria, mi andavano strette. Sette brevi lezioni di fisica ha cambiato quest’idea che avevo della fisica, dimostrandomi che è molto meno astratta di quello che credevo.
Rovelli è consapevole che il lettore che non ha conoscenze scientifiche o ne ha poche, probabilmente, non arriverà a cogliere la complessità e le implicazioni delle teorie della fisica moderna. Il suo è un tentativo di farne comprendere la bellezza, mostrando che non si tratta di vagheggiamenti fantascientifici o teorie distanti e astruse.
Dalle parole dell’autore traspare una voce appassionata e competente, due caratteristiche che permettono al testo di essere semplice anche quando spiega la gravità quantistica a loop. Pur rifuggendo la banalizzazione, rende chiaro qualcosa che anche solo per il nome, fino a poco fa, mi avrebbe fatto girare la testa. Al contrario, il fisico trasmette la meraviglia della scoperta, l’incredulità e l’amore per la scienza.
Lo studio della fisica teorica si nutre della passione e delle emozioni che portano la nostra vita.
Nel tracciare le linee che uniscono le teorie alla realtà, Rovelli mostra che la fisica non è tanto lontana dalle discipline umanistiche, dalla filosofia e dalla letteratura: è, invece, un tentativo di descrivere e comprendere il nostro mondo.
Il confine è labile. I miti si nutrono di scienza e la scienza si nutre di miti. Ma il valore conoscitivo del sapere resta.
Sette brevi lezioni di fisica mi ha incantato per la bellezza che rivelano (o ricordano), ma soprattutto per avermi svelato che la fisica non è una scienza data una volta per tutte e più spesso è, invece, inesatta. Il mondo che vuole descrivere sfugge alle regole e la fisica stessa, dunque, non può che sfuggirle a sua volta perché c’è ancora molto che non sappiamo e non riusciamo a spiegarci.
Vi esorto a non farvi spaventare dal titolo: questo libro è per chi che la fisica non è mai riuscito a capirla e per tutti noi che siamo creature effimere in un universo misterioso e affascinante.
Le immagini che ci costruiamo dell’universo vivono dentro di noi nello spazio dei nostri pensieri.
Tra queste immagini – tra quello che riusciamo a ricostruire e comprendere con i nostri mezzi limitati –
e la realtà della quale siamo parte, esistono filtri innumerevoli:
la nostra ignoranza, la limitatezza dei nostri sensi e della nostra intelligenza,
le condizioni stesse che la nostra natura di soggetti e soggetti particolari, mette all’esperienza.
Il mio voto
4 specchi
Amaranth
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