Ci voleva un’occasione speciale perché le Belle tornassero a scrivere insieme una recensione, e quale evento più speciale di una nuova uscita di Bianca Marconero?
Domanda retorica.
*Ang e Am continuano a parlare mentre Alaisse traduce sulla tastiera i loro commenti*
Che vita difficile. *Alaisse sospira*
Ma parlavamo di occasioni speciali e non vogliamo rubare altro tempo a un libro che (spoiler) è una vera perla.
Marianna Visconti è la sintesi del pregiudizio. E io la sintesi di tutti i mali.
Titolo: L'ultima notte al mondo
Autore: Bianca Marconero
Prima edizione: Newton Compton - 29 giugno 2017
Pagine: 263
Prezzo: cartaceo - € 5,90; ebook - € 3,99
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Marco lavora per Retelibera, una piccola rete televisiva di Bologna, gioca a basket con gli amici storici e vive in un loft dove tiene in custodia Ringhio, il cane di un amico in giro per il mondo. La sua vita è semplice, scandita dalle mille ragazze che porta a casa e non richiama mai, perché lui non richiama. Punto. Tutto scorre normalmente finché non avviene l’imprevisto: Marco incontra Marianna, il suo amore non corrisposto del liceo, e le cose precipitano molto in fretta.
Marianna è tornata da Boston per iniziare il tirocinio nello studio legale dei Ginobili, amici di famiglia, ancora convinta che ci sia speranza per la sua storia con Luca, dovrà fare però i conti con molte brutte sorprese. La prima è sicuramente l’incontro con Marco, espulso da scuola per un affare di droga e con cui ha sempre avuto un rapporto complicato, da cui deriverà una collaborazione in ambito lavorativo ma, anche e soprattutto, in ambito umano.
Una seconda occasione per entrambi, di capire ed essere capiti, ma che stenterà a prendere il via per i numerosi equivoci. Fidatevi: la tentazione di prenderli entrambi a padellate sarà forte e persistente.
Interpretiamo i silenzi rivestendoli talvolta di speranza e talvolta di paure. Ci disegniamo dentro sogni e incubi.
Eppure, forse, il torto più grosso che si può fare a un desiderio è tenercelo per noi. Non difenderlo dall’equivoco, permettere che venga frainteso e sbranato dalla paura.
Come per gli altri romanzi, la Marconero riesce a prendere il genere e superarlo, coniugando uno stile pulito e accattivante a una profondità dei personaggi che difficilmente si trovano così ben realizzati. La forza del romanzo sono proprio i personaggi, concreti e vivi, pare di poterli incontrare davvero girato un angolo di Bologna. La Marconero riesce a farti cogliere cosa c’è davvero dentro la testa dei personaggi – e in questo ha aiutato l’alternanza dei punti di vista tra i due protagonisti – senza però descriverti nei minimi particolari i loro pensieri. Di loro cogliamo gli indizi giusti che ci portano a dipingere nella mente il quadro generale, arricchendolo con pennellate di dialoghi incalzanti e ironici, consigli dagli amici più disparati e piccole verità che scivolano quasi per caso tra un pensiero e un aperitivo.
Che senso ha crescere, se non puoi lasciarti indietro le ferite, le crepe, le maledette insicurezze?
La crescita è forse uno dei temi principali del libro: Marco e Marianna si ritrovano dopo anni di separazione che li hanno fatti maturare in modo diverso. Cresciuti rispetto al liceo, ma con molta strada da fare ancora. Nelle amicizie, in famiglia e, soprattutto, in amore.
I gruppi di amici dei due è quasi antitetico. Gli amici di Marco, tra i quali ricordiamo Gennaro perché tutti dovremmo avere un amico come lui, sono gli amici che ti salvano dal baratro; quelli di Marianna, invece, si tingono dei toni negativi delle cose non dette e del rapporto di facciata.
Crescere è anche capire la differenza tra i due tipi di amicizia.
Non importa quanto è terribile la tempesta. Possiamo trovare la forza di nuotare se qualcuno ci aspetta sulla riva, con la mano tesa e la convinzione che valga la pena salvarci.
Marianna non è più la donna-angelo dei suoi sogni, riesce a relazionarsi con lei su un piano di parità e questo fa sì che tra i due possa nascere un nuovo tipo di rapporto. Marianna vive in una rete di amicizie e rapporti famigliari soffocanti, ma durante il romanzo cambia e cresce, scoprendo che, forse, fare ciò che si vuole e fare ciò che gli altri si aspettano non sempre coincidono e la priorità da dare va definita volta per volta.
Perché forse è così che si perdono le persone.
Evitando di restare al loro fianco.
Tra i personaggi è impossibile non citare Anya, che riserva le sorprese migliori perché la Marconero ha saputo sfruttare il ruolo dello stereotipo rielaborandolo in una versione originale. In L’ultima notte al mondo non mancano gli elementi principali dei romance, ma sono inseriti con una consapevolezza tale da diventare un punto di forza e non un cliché.
Capita a volte che un libro abbia una sua playlist o che l’autore si ispiri a delle canzoni per dare ritmo al proprio romanzo. Nel romanzo della Marconero la presenza della musica, dichiarata fin dal titolo, è fondamentale e anche noi, mentre eravamo immerse nella lettura, ci siamo ritrovate a ripercorrere nella mente le parole di Tiziano Ferro.
«Vi diamo questa notizia in conclusione», dopo una riunione a casa Chevalier abbiamo decretato che per le Belle L’ultima notte al mondo è il romanzo migliore dell’anno.
Poi casca il mondo e casca la terra.
Il mio voto
5 specchi
I libri della serie:
Ed ero contentissimo (L'ultima notte al mondo #0.5)
L'ultima notte al mondo
Le Belle