Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Per questo condivideremo con voi un piccolo frammento di storia, nella speranza che lasci qualcosa anche in chi non l’ha ancora letta.
Per oggi ho scelto un estratto che parla di amicizia, di appartenenza e di rispetto. È tratto dal romanzo Tiger Fighters. Il nodo del Tempio di Dilhani Heemba, che continuo a consigliarvi e di cui vi ho parlato qui.
Si morse l’angolo del labbro inferiore. «Ma io ti appartengo, ricordi?»
Le sfiorai la guancia; uno sconosciuto moto di tenerezza nel petto. «Tu non appartieni a nessuno, chellam. È vero, l’ho detto a Magal perché non si mettesse in testa strane idee: il suo mondo è fatto di diritti su cose e persone, ma non sei il mio cane, non sarai
mai il cane di nessuno, ed è questo quello che volevo.»
«Volevi un’amica», replicò con tono fermo. «Le amiche
non si appartengono, almeno un po’?»
Scrollai le spalle.
«Non lo ammetterai mai, Daksha Parthiban, perché sei una stronza incredibile e pensi che i sentimenti siano favolette per principessine viziate, ma te lo dico io: siamo
amiche. Quindi ti appartengo e tu appartieni a me.»
Conoscete questo romanzo?
Che ne pensate di questo brano?
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