Trovo che sia un po' strano parlare di un classico celebre come Il gabbiano Jonathan Livingston. Penso che tutti lo abbiano letto, probabilmente a scuola. Io faccio eccezione e, in realtà, non è da molto che ho preso coscienza dell'esistenza di questo romanzo.
E solo questa estate, ascoltando una canzone di Rocco Hunt, ho deciso che lo avrei letto.
Titolo: Il gabbiano Jonathan Livingston
Titolo originale: Jonathan Livingston Seagull
Autore: Richard Bach
Traduttore: Pier Francesco Paolini
Editore: Rizzoli
Prima edizione italiana: 22 maggio 1977
Prima edizione: Scribner - settembre 1970
Pagine: 141
Prezzo: rigida - € 14,00; flessibile - € 10,00; ebook - € 6,99
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Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. Ma non per Jonathan che, per dedicarsi a quell'assurda passione del volo, spesso dimentica di mangiare destando la preoccupazione dei genitori.
«Ma perché, Jon, perché?» gli domandò sua madre. «Perché non devi essere un gabbiano come gli altri, Jon? Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il volo radente? Agli albatri? E perché non mangi niente? Figlio mio, sei ridotto penne e ossa!»
«Non m'importa se sono penne e ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.»
Anche se tutti i gabbiani sanno volare, a Jonathan non basta: vuole conoscere ogni aspetto del volo, conoscere la bellezza e l'armonia, raggiungere la perfezione. Questo, però, non fa che renderlo un gabbiano diverso, troppo perché lo Stormo Buonappetito lo possa accettare.
Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. Ma non per Jonathan che, per dedicarsi a quell'assurda passione del volo, spesso dimentica di mangiare destando la preoccupazione dei genitori.
«Ma perché, Jon, perché?» gli domandò sua madre. «Perché non devi essere un gabbiano come gli altri, Jon? Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il volo radente? Agli albatri? E perché non mangi niente? Figlio mio, sei ridotto penne e ossa!»
«Non m'importa se sono penne e ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.»
Anche se tutti i gabbiani sanno volare, a Jonathan non basta: vuole conoscere ogni aspetto del volo, conoscere la bellezza e l'armonia, raggiungere la perfezione. Questo, però, non fa che renderlo un gabbiano diverso, troppo perché lo Stormo Buonappetito lo possa accettare.
Leggere una trama così semplice e poi, magari, tenere tra le mani il libricino che, in effetti, è Il gabbiano Jonathan Livingston può far pensare a una storiella un po' banale, adatta forse a un pubblico molto giovane.
Non voglio dire che non sia adatta a dei lettori giovani, anzi. Penso, però, che sia uno di quei libri che fanno bene a qualunque età. A me ha fatto bene leggere le avventure del caparbio Jonathan, che prova a comportarsi come un gabbiano normale, ma semplicemente non ci riesce.
Mi ha allargato il cuore leggere tutta la passione di Jonathan per il volo. Mi sono emozionata molto non solo perché conosco bene quell'amore sconfinato, fatto di sacrifici che portano gioia, ma anche perché lo riconosco negli altri e quando succede, di solito mi commuovo.
Il romanzo è breve e, nello stile dialogico di Bach, la lettura è molto scorrevole e agevole. Non credo, soprattutto nel caso di un lettore maturo, che richieda molti sforzi nella comprensione: del resto, se le prove che Jonathan deve affrontare nella sua ricerca di perfezione hanno un tono favolistico, già dalla trama e dalle prime pagine il messaggio è chiaro.
Essere se stessi, ricercare la perfezione e la bellezza in quello che facciamo, in quello che ci appassiona sono valori che Bach cerca di trasmettere senza giri di parole.
Indubbio è il significato allegorico del romanzo e Il gabbiano Jonathan Livingston, infatti, è stato interpretato attraverso più chiavi di lettura, ma nel mio piccolo ho preferito spogliarlo di ogni ideologia.
Il gabbiano Jonathan Livingston è uno di quei libri che spero ispirino la mia vita. Probabilmente peccherò di superficialità, tradirò un intento dell'autore, ma per me questo romanzo rimane un piccolo ed efficace inno alla libertà di essere se stessi, cercando di migliorarsi e dando valore alla propria diversità.
Il mio voto
3 specchi e mezzo
Amaranth
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