Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Per questo condivideremo con voi un piccolo frammento di storia, nella speranza che lasci qualcosa anche in chi non l’ha ancora letta.
Durante la lettura di questo romanzo avevo evidenziato così tanti passaggi che credevo di avere l'imbarazzo della scelta: purtroppo sono riuscita a perdere tutto, ma sfogliando il libro mi sono soffermata sul breve brano che vi propongo oggi.
Tra pochi giorni potrete leggerne la recensione, ma per il momento mi accontento di stuzzicare così la vostra curiosità.
Karou parlò ad Akiva, qualcosa di sommesso e triste. In lingua chimerica, ovviamente, maledizione. Che cosa ha detto? Akiva le rispose nello stesso idioma, prima di girarsi per rivolgere la frase successiva direttamente al Lupo Bianco.
Forse perché non poteva capire la loro lingua, e quindi li stava osservando in viso per cercare indizi, e forse perché li aveva già visti insieme e conosceva l'effetto che aveano l'una sull'altro, ma Zuzana capì questo: in un certo senso, quell'istante apparteneva a Karou e ad Akiva.
Erano entrambi impassibili, freddi e distanti tre metri l'una dall'altro, e in quel momento non stavano nemmeno guardando, ma a Zuzana fecero venire in mente due magneti che fingono di non essere magneti.
Il che, si sa, funziona fino a un certo punto.
Vi è piaciuto questo estratto?
Avete già letto il romanzo?
Ciao! Ho riaperto il blog su un nuovo account e ho perso tutti i contatti. Se ti va di seguirmi anche qui il blog è www.theconnornation.com
RispondiEliminaIo già ti seguo!
Ciao! Grazie per l'info e il foll! ^.-
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