Breaktime

Aidan Chambers

Titolo: Breaktime
Titolo originale: Breaktime
Autore: Aidan Chambers
Traduttore: G. Grilli
Editore: BUR *
Prima edizione italiana: Fabbri Editori, 1994
Prima edizione: 1978 - Bodley Head
Pagine: 190
Prezzo: Brossura - €9,00; Ebook - €4,99
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Breaktime è il secondo romanzo di Aidan Chambers che leggo. In realtà, l'ho iniziato quasi in contemporanea a Danza sulla mia tomba, il che mi ha permesso anche di ritrovarmi a confrontarli, sebbene non fosse nelle mie intenzioni.
La differenza che mi è subito stata evidente è la presa che le due storie hanno avuto su di me. Ho terminato Danza sulla mia tomba in due giorni e mi ha totalmente calpestato il cuore. Mi sono ritrovata a fine romanzo svuotata e allo stesso tempo la mia testa era piena di pensieri e rimuginava sulla lettura.
Breaktime l'ho letto in due step. Ho fatto due tirate a distanza di quasi due mesi. Un'eternità. E, sebbene spesso sia il mio modus operandi quello di iniziare i libri, abbandonarli e poi riprenderli a distanza, e non necessariamente per mancanza di coinvolgimento, stavolta ho sentito proprio l'assenza di vero interesse.
Solo che mi sono rifiutata di lasciare a metà un romanzo di duecento pagine. E quindi, vai Ang, ce la puoi fare! Alla fine mi sono trovata così:

Due parole sulla trama, o meglio, sulla premessa che dà il via al romanzo: Morgan, il migliore amico di Ditto, il nostro protagonista, fa una dichiarazione:
«La letteratura è una stronzata» disse Morgan. «O quantomeno lo è la narrativa. I romanzi. I racconti. È come il caffè che ci propinano qui. Una frode. Un surrogato.»
E Ditto ha tutte le intenzioni di confutare questa tesi, scrivendo il resoconto di una gita che ha intenzione di fare.

Sebbene il perno del romanzo sia proprio questo dibattito iniziale, Chambers non si pone alcun tipo di limite nel trattare temi diversi. D'altronde esiste un modo migliore per dimostrare che la letteratura - pardon, Morgan - la narrativa non è una stronzata?
E tutto sommato mi è piaciuto come ha reso il tumulto adolescenziale di Ditto, il suo desiderio per Helen, un personaggio che farà due rapide apparizioni di discreta importanza (è proprio lei a scatenare l'idea per la gita), il suo conflitto con il padre e le riflessioni sulla letteratura.
È la resa che non mi ha convinta. Di Chambers ho apprezzato, in questo romanzo come in Danza sulla mia tomba, come non abbia paura di osare con lo stile. È sicuramente di un altro livello rispetto a tutti quei romanzi young adult fotocopia e stilisticamente piatti. Un pregio, che però può ritorcersi contro.
Chambers gioca con le parole, con la punteggiatura, con l'impaginazione, con l'intero romanzo. Solo che, secondo me, in Breaktime ha osato troppo, fino a causare un senso di nausea.
Vi riporto qualche esempio pratico.

Se ho apprezzato l'innovazione di certi espedienti, ho storto il naso davanti ad altri che hanno reso faticosa fino all'eccesso la lettura. Il mio cervello non sapeva come gestire le pagine con la narrazione strutturata su più colonne e con cambiamenti di punto di vista all'interno della stessa pagina.
E forse l'intento era anche quello di disorientare, stupire. E forse sono io che non ho capito fino in fondo il romanzo. Chissà, è una possibilità che non mi sento di escludere.
Non nego di aver trovato interessanti la premessa e certi concetti espressi, ma non mi ha appassionato in maniera totalizzante e ho risentito di un certo distacco che ha influito sul voto finale.

Il mio voto

3 specchi

*L'edizione recensita è quella di Fabbri Editori.

Angharad

Commenti

  1. Anche io ho di gran lunga preferito Danza sulla mia tomba, ma non nego di aver letto forse la più bella scena sulla prima volta del mondo YA. Così sentita, reale.
    Sarei curiosa di un tuo parere riguardo Ombre sulla sabbia, la sua prima opera. Si legge in mezza giornata ma non lascia niente, e me ne dispiace perché è un autore che ha saputo offrire tanto ai propri lettori. Se non altro, essendo il primo, possiamo perdonargliela

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    Risposte
    1. Io su quella scena sono ancora combattuta. XD Concordo sul fatto che sia bella, ma dato che l'ha messa su tre piani (racconta la prima volta, mette i suoi pensieri e poi c'è il trafiletto a lato) l'ho trovata anche faticosa proprio da assimilare, è un po' il piacere di leggerla è svanito.
      Sicuramente leggerò anche l'opera che citi, perché Chambers mi ha proprio incuriosita, nonostante il parere un po' sottotono su Breaktime, e voglio leggere anche gli altri suoi romanzi.

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