Le prime parole di un libro sono le scintille che accendono la curiosità e attraggono il lettore trascinandolo in un mondo nuovo, tra carta e emozioni. Vi invitiamo a scoprire gli incipit che ci hanno più appassionato e che abbiamo scelto per invogliare anche voi a proseguire la lettura.
Il prete fuggì lungo la strada e il demone lo inseguì.
Corse a perdifiato verso un portico colonnato, sentendo il suo stesso respiro che gli ruggiva nelle orecchie. Ma forse i ruggiti arrivavano da dietro di lui.
Le strade di Milano erano mute e tenebrose, le statue agli incroci ridotte a masse indistinte nell’oscurità, i frontoni delle case vuoti come facce inespressive, con occhi ciechi fatti di porte e finestre sbarrate.
Per l’ennesima volta il prete tentò di gridare, di chiedere aiuto, ma la voce si rifiutava di uscirgli dalla gola.
Il portico gli era sembrato vicino ma si rese conto che non lo era affatto, e non sapeva più da che parte fuggire, ma non osò fermarsi. Il demone era dietro di lui, avvertiva il rantolo del suo respiro e il raspare dei suoi artigli sulle pietre del selciato, e anche se aveva l’impressione di correre da un’eternità se lo sentiva sempre più vicino.
Si guardò attorno disperato, ma non riconobbe nessuna strada. E adesso anche il portico era sparito e quella intorno a lui non pareva nemmeno più Milano: non era la città in cui era nato e cresciuto, di cui conosceva ogni via e ogni vicolo, ma una distesa di edifici sconosciuti che gli troneggiavano sopra da ogni parte, altissimi e minacciosi.
Si sentì afferrare alle gambe e cacciò un urlo che lui stesso non udì. La tunica gli si era avvolta attorno alle caviglie, stretta come un cappio, e gli impediva di muovere le gambe.
Il prete scalciò, annaspò e tentò con tutte le sue forze di liberarsi senza smettere di correre, ma la tunica lo avvolgeva sempre di più, sempre più stretta. Cadde sul selciato, si dibatté e la sagoma del demone si stagliò sopra di lui, nera e immensa.
Continuò a gridare senza udire le proprie grida mentre il mostro gli calava addosso. Tentò di chiudere gli occhi, ma nemmeno le palpebre gli obbedirono e fu costretto a guardare.
Il demone aveva un profilo strano e incongruo nell’oscurità, un torace gigantesco e spalle larghe come un tavolo da cucina da cui sorgevano tre teste. E quella al centro era sormontata da due lunghe corna arcuate, la corona di un angelo degli inferi.
Poi zampe artigliate lo afferrarono per le braccia squarciandogli la pelle e uno zoccolo enorme gli piombò sul petto, premendo con forza disumana.
Il prete urlò, si divincolò e urlò ancora, ma non sentiva nient’altro che il triplice rantolo del respiro sopra di lui e quella pressione mostruosa al petto che cresceva, cresceva sempre di più…
Quando la moglie lo trovò nel letto al mattino, rigido e freddo, intrappolato in un groviglio di coperte, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati nella fissità della morte, non poté far altro che raccogliere le sue poche cose e fuggire via singhiozzando.
Ma nemmeno una delle sue lacrime fu per lui.
Direi che come inizio incuriosisca abbastanza: un prete con una moglie? E di che religione è? XD
RispondiEliminaCristiana! XD È ambientato in epoca romana (nel 394 per la precisione) e, se non erro, potevano essere ordinati anche uomini sposati all'epoca, ma dovevano rinunciare ad avere rapporti sessuali.
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