Recensione in anteprima: La notte che ho dipinto il cielo

Estelle Laure

Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Titolo originale: This Raging Light
Autore: Estelle Laure
Traduttore: Giovanna Scocchera
Editore: DeAgostini
Prima edizione italiana: 16 febbraio 2016*
Prima edizione: HMH Publishing - 22 dicembre 2015
Pagine:
Prezzo: cartaceo - € 14,90
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Lucille ha diciassette anni e, come capita spesso a quella età, è innamorata. Da qualche tempo, infatti, ha capito di aver una cotta per Digby.

Voglio entrare in casa alla svelta perché c'è quell'altra faccenda. Cioè il motivo per cui sudo anche da ferma. Cioè Digby, che conosco da quando avevo sette anni ma che ultimamente mi fa sentire una completa cretina, una totale rimbecillita. Se mi chiedete come mi chiamo quando lui è nei paraggi, è probabile che non sappia rispondervi.
Magari riuscire solo a dire: «Lllll…lllllllu…» e dovreste asciugarmi la saliva che mi cola sul mento.
[…] È bellissimo.*

Digby è il fratello gemello di Eden, la sua migliore amica, e questo, sommato al fatto che è fidanzatissimo fidanzato da anni con la stessa ragazza, complica un po' la situazione.
Eppure la cotta per Digby, che dovrebbe essere tra le sue principali preoccupazioni, è marginale, quasi irrilevante da quando la madre di Lucille se n'è andata.
Le serviva una pausa da tutto, aveva bisogno di riordinare le idee e così quindici giorni fa è partita per una vacanza con la promessa di ritornare per il primo giorno di scuola, affidando la piccola Wren a Lucille.
Il nuovo anno scolastico, però, è iniziato, sono arrivate le bollette da pagare e le scorte di cibo stanno per finire.
Quando riceve, in una busta anonima, cento dollari e un biglietto firmato dalla madre, Lucille capisce che non tornerà, almeno non presto, e tutto ciò che le resta da fare è resistere, fingere una normalità che non c'è più da quando il padre se l'è portata via. Se qualcuno dovesse scoprire che Lu e Wren sono da sole, potrebbero intervenire i servizi sociali e loro due potrebbero essere separate. E allora è vitale mantenere il segreto con tutti, ma non con Eden.
Eden, folti capelli rossi e giubbino di pelle, è insieme a Wrenny, tutto ciò che ha, tutto ciò che le rimane.

Sono circondata da risatine stupide, ma è come se Eden e il suo giubbino di pelle smorzassero ogni suono. Finché ho lei, non mi preoccupo.*

Una notte, sedute sulla roccia del loro posto speciale, Lu ed Eden mettono a punto un piano: trovare un lavoro, fingere normalità, sorridere. E anche se Lucille ha dimenticato cosa sia la normalità, si rimbocca le maniche: va a scuola, lavora e si occupa di Wren, cercando di non farle mancare nulla, ma soprattutto facendo attenzione a non destare sospetti.

Esistono nella mia mente, e alcune sono state anche scritte, versioni diverse di questa recensione, persino la parte in cui racconto la trama varia. Ci sono aspetti del romanzo della Laure che voglio condividere e vorrei farlo nel modo giusto.
Vi ho presentato Lucille parlando della sua cotta per Digby, eppure non è questo il cuore del romanzo, sebbene sia una delle facce dell'amore e l'amore, invece, è lo spirito guida della narrazione.
Mi è sembrato importante partire dalla cotta per Digby perché è rosso e questo piacerà ad Ang Lucille ha un'età in cui succede di innamorarsi e di non capire, preda dello sconvolgimento ormonale, cosa succede, come riprendere il controllo. Innamorarsi è normale.
Può essere complicato, soprattutto se la persona di cui ci si innamora è già impegnata, ma è meravigliosamente normale. La Laure, però, avrebbe scritto un'altra storia, se avesse voluto trascinarci nei colori accesi dell'amore.

Apro una scatola e tiro fuori i pennelli, le tempere. Un colore, poi un altro… sono come impazzita. Diluisco la tempera con il solvente e mi butto a capofitto sulla tela. La tempera è viva. Arancione, rosso, giallo, e poi azzurro, viola, verde, tutti insieme uno vicino all'altro. Non ho un'immagine in testa. Ho solo la sensazione di ciò che può diventare.
Quando ho finito mi ritrovo davanti a un tornado di colori. Sono certa al cento per cento che artisticamente sia una schifezza.
Ma so il significato di quel rosso, dell'arancione, del giallo. Sono io, sono io che brucio. E l'azzurro, il verde, il viola? Quello è Digby.
Siamo dipinti insieme, sospesi sopra tutto e tutti.


La normalità, racconta Lu, se l'è portata via mio padre la notte in cui se n'è andato. Nei suoi ricordi è un momento terribile e allo stesso tempo rivelatore.
Suo padre non è mai stato come gli altri papà, ma era il suo papà e il suo supereroe. Un po' come la mamma che, da quando il padre è sparito, non è mai più stata quella di prima, ma ha stretto i denti e si è occupata di tutto, cercando di dare alle figlie tutta la serenità che poteva.
Ma né il padre né la madre sono supereroi come quelli dei fumetti: possono sbagliare e non sapere come rimediare, ma nei fumetti i protagonisti restano e cercano rimedio, mentre i suoi si sono tirati indietro, non ce l'hanno fatta a sopportare e sono fuggiti.
Lucille ha soltanto diciassette anni: nessuno le farebbe una colpa se chiedesse aiuto, ma non si può fidare degli adulti, non più perché tutto quello che le resta è Wrenny e nulla le è più caro al mondo.
E così si prende l'impegno di sostituire la madre: una scelta coraggiosa e difficile che le procura stanchezza e anche un po' di malumore tanto da diventare scontrosa con gli amici, con Eden che le ha teso una mano e messo i soldi in tasca, e da non accorgersi che dietro la pacatezza, la gioia, spesso sguaiata, di Wren c'è un dolore profondo e pericoloso.
Leggere La notte che ho dipinto il cielo è quasi come leggere il diario di Lu. I titoli dei capitoli, che scandiscono i giorni trascorsi dalla partenza della madre o richiamano alla memoria eventi passati e legati soprattutto al padre, riprendono la struttura diarista. A livello formale, invece, la Laure sceglie di farci immergere direttamente nei pensieri della protagonista, rendendolo la lettura agile e scorrevole.
Tuttavia, immedesimarsi in Lu non è così scontato. Lucille è una ragazza molto forte e determinata, pronta ad anteporre le persone che ha più care a se stessa. Non credo che avrei avuto il suo stesso coraggio, nemmeno ora che ho quasi dieci anni in più di lei.
Un aspetto che ho amato moltissimo riguarda proprio la figura dell'adulto. Nel romanzo della Laure, se non è ridotto a comparsa, l'adulto è apparentemente il grande assente; proprio coloro che dovrebbero prendersi le responsabilità spariscono.
Eppure, per una volta, gli adulti non vengono tagliati fuori dalla scena perché di troppo: si tratta di una scelta consapevole che li rende invece fondamentali.
Trovandosi ad affrontare le difficoltà quotidiane di un adulto, Lucille riesce a poco a poco a superare la rabbia e a comprendere qualcosa che anche il lettore fatica ad accettare (come si può comprendere una madre che abbandona le proprie bambine?): le persone, anche gli adulti perciò, sono fatte di carne e sentimenti, possono essere deboli e se non riescono ad ammetterlo, possono spezzarsi. Ed è questo uno dei messaggi più forti e importanti del libro.
D'altra parte anche quando decide di lottare per rimanere con la sorellina, Lucille non è mai davvero sola e questo è ciò che ho amato di più. C'è qualcuno che, mentre lei è fuori casa, riempie la dispensa, spazza il vialetto, le porta piccoli doni.
È un po' inquietante, lo so, e anche Lu ne è preoccupata, ma l'aiuto che arriva, seppur piccolo, è fondamentale.

Ma forse non è affatto una persona. Forse si tratta proprio di magia. Forse è come dice Wren: è un angelo con enormi ali lucenti che va a fare la spesa al supermercato in abiti svolazzanti, ritaglia i buoni sconto e compagnia bella.*

Io, che di solito sono diffidente verso i romanzi di questo genere, sono contenta di aver letto La notte che ho dipinto il cielo e di aver trovato qualcosa di nuovo, importante e speciale in un esordio promettente che è molto più di una lettura piacevole.

Il mio voto

4 specchi

Vorrei ringraziare la DeAgostini per averci dato la possibilità di leggere in anteprima La notte che ho dipinto il cielo e di conoscere Estelle Laure. Presto, prestissimo vi racconteremo quest'incontro. Stay tuned!

* ATTENZIONE
Le citazioni sono tutte copiate dalla copia ARC che ci è stata fornita, potrebbero pertanto non essere uguali nella versione definitiva del romanzo.

* EDIT 27/01/2016

Amaranth

Commenti

  1. Bellissima recensione tesoro, sono così contenta ti sia piaciuto *_* Digby è un personaggio che ho adorato, anche se la mia preferita resta Wrenny!

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    1. Grazie ❤ Mi ha fatto pensare molto. Digby è carino, ma nessuno può battere Wrenny! *_*

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  2. Complimenti per la recensione! :) Mi avete convinto definitivamente, lo metto subito in wish list!!!!! *__*

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  3. Grazie! :) Se lo leggerai, spero che ti piaccia ;)

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