Titolo: Io sono Zero
Autore: Luigi Ballerini
Editore: Il Castoro
Prima edizione: 18 marzo 2015
Pagine: 184
Prezzo: € 15,50
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Cresciuto in un mondo i cui confini erano pareti e monitor, Zero non ha mai incontrato un'altra persona e nessuno ha mai osato toccarlo, ma non è stato mai solo. Impegnato in programmi di allenamento fisico e in missioni virtuali, Zero si affida completamente a Madar, una voce che lo guida, lo incoraggia e lo sprona a migliorarsi.
Un giorno, però, la luce si spegne all'improvviso e tutto si ferma.
È troppo buio per essere buio.
C'è persino silenzio e silenzio e buio non sono mai stati insieme nel Mondo. Zero sa che non dovrebbe muoversi, ma qualcosa dovrà pur fare. Persino Madar si comporta in modo strano, ma forse è una prova, un test di coraggio che gli consentirà di guadagnare i punti per salire di livello.
È un test difficile, ma lui sa come muoversi. Quando nel buio della Camera nota una porta che non aveva mai visto, decide di aprirla, scoprendo che esiste un altro Mondo molto più grande di quello in cui è sempre vissuto.
C'è neve nel nuovo Mondo e fa freddo. Zero riconosce la neve, ma è la prima volta che la tocca. C'è persino una strada, ma toccandola ci si sporca e a Zero non era mai accaduto.
Gli schermi del Dispensatore di Cibo non funzionano, Madar non gli parla più e Zero ha freddo, troppo freddo.
Il monitor del pc, gli schermi dello smartphone e dell'ereader sono ormai tanto familiari da trovarsi in un continuum naturale con altri oggetti di uso comune e sono divenuti fondamentali nella nostra quotidianità.
Senza voler demonizzare questo tipo di tecnologia, che non realizza solo una realtà altra in cui trasformare la nostra identità, ma che è a tutti gli effetti un'espansione dell'esperienza possibile, Ballerini affronta una delle tematiche più dibattute: la pervasività e la pericolosità della dimensione virtuale soprattutto per le nuove generazioni. Immagina che un ragazzino, Zero, la cui vita è sempre stata asettica e dominata da monitor e simulazioni, un giorno scopra il mondo e le sensazioni, tutte più intense di quelle sperimentate in precedenza.
La narrazione parte proprio da quest'evento, quando Zero, privato della guida di Madar, si trova per la prima volta a fare affidamento solo su se stesso. Inizia così un dialogo interiore con un io quasi meccanico, dalle reazioni controllate e ligio alle regole che gli sono state insegnate. La fiducia in Madar è cieca: Zero sa che interverrà, che correggerà gli errori di sistema mettendo a posto ogni cosa.
Eppure la voce di Madar non torna e Zero è in una posizione di stallo: conosce le regole (come dimenticarle quando la voce della coscienza non fa altro che ripetergliele?), ma il desiderio di toccare gli oggetti del nuovo Mondo e di sperimentare è molto forte.
Ahia, questa lampadina scotta!
TE L'AVEVO DETTO DI NON FIDARTI! COSA VAI A TOCCARE QUELLO CHE NON CONOSCI? SEI COCCIUTO, PER QUESTO POI RICEVI LE PUNIZIONI. VUOI FARE TROPPO DI TESTA TUA…
A peggiorare la situazione c'è una donna, che non fa che parlargli (ed è proibito, così come lo è che Zero la veda) e ha persino tentato di toccarlo. Zero ne è spaventato, ma una piccola parte vorrebbe non essere così prudente.
Zero non sa che quella donna è Stefania, la giovane pediatra che lo ha trovato per strada e lo ha preso con sé e che ora, insieme al marito Luca, sta cercando di capire chi sia e da dove venga.
I personaggi di Stefania e Luca si inseriscono nella narrazione con un uso della prima persona che ho trovato molto più adatto a Zero. Lo stile semplice e discorsivo si addice alla voce di un ragazzino che si trova ad affrontare una situazione del tutto nuova e traumatica. Meno appropriata mi è apparsa la frammentarietà del racconto di Stefania: sebbene l'intenzione sia restituire il pensiero nelle caratteristica del flusso di coscienza, l'ho percepita come una nota stonata, in disaccordo con l'età e il ruolo del personaggio.
Corro ad aprire la portiera.
Torno. Lo sollevo.
Quanto pesa! Deve essere sui tredici anni, ha già un accenno di baffetti e buoni muscoli. Passasse qualcuno ad aiutarmi… ma chi vuoi che vada in giro in una sera come questa?
Finalmente ci siamo.
Chiudo la portiera.
Riscaldamento al massimo. Copro il ragazzo con il mio cappotto.
Non ho apprezzato, inoltre, la rapidità dello svolgimento e della conclusione: l'impressione è che gli eventi precipitino, condensandosi in poche pagine senza riuscire a realizzare appieno il potenziale del romanzo.
Io sono Zero è un libro destinato principalmente ai ragazzi delle scuole medie inferiori ed è pertanto accettabile che l'intreccio tenda alla semplicità, privilegiando il messaggio e le emozioni. Ciononostante penso che il romanzo risulti troppo debole proprio negli aspetti che rendono particolare la storia, come la rivelazione di un'organizzazione segreta e le scene d'azione che certamente potrebbero essere più coinvolgenti e intriganti per i giovani lettori.
Nel complesso Io sono Zero è una lettura piacevole ma, poiché mi aspettavo di più, ritengo che molto del potenziale dell'idea di Ballerini sia stato sprecato.
Il mio voto
2 specchi e mezzo
Amaranth
Peccato! La trama mi aveva molto colpita. Inoltre mi ricordò subito una miniserie-tv, Black Mirror, che ho amato. (Se non la conosci te la consiglio).
RispondiEliminaComplimenti per il blog, io sono nuova nuova http://otiumentis.blogspot.it/
passa se ti va.
Baci
Ciao! Mi hanno parlato di Black Mirror qualche anno fa, credo. In effetti mi avevano incuriosito, ma non ci ho più pensato. Grazie per avermela ricordata e grazie per i complimenti!
EliminaIo sono Zero è una lettura breve e piacevole che può offrire qualche spunto di riflessione nei ragazzi. Speravo in qualcosa di più sinceramente.
A presto