Le prime parole di un libro sono le scintille che accendono la curiosità e attraggono il lettore trascinandolo in un mondo nuovo, tra carta e emozioni. Vi invitiamo a scoprire gli incipit che ci hanno più appassionato e che abbiamo scelto per invogliare anche voi a proseguire la lettura.
«Abbiamo compagnia».
Cruna alzò la testa dal cannocchiale e strinse gli occhi. «Cosa?»
La mano di Verderame scivolò fuori dal mantello di plastica e un lungo dito azzurrino indicò il crinale davanti a loro. «Lassù».
Cruna sollevò di nuovo il cannocchiale, un aggeggio ingombrante che le occupava entrambe le mani, poi storse la bocca e lo accantonò.
Non funzionava. Lo aveva fabbricato con tre pezzi di lente di dimensioni diverse – materiale raro a trovarsi nella Discarica – montate su una cannuccia tagliata in orizzontale per poterle regolare spostandole avanti e indietro. Ma non si riusciva mai a mettere bene a fuoco.
Si sporse un po’ dalla lattina rugginosa dietro cui era nascosta e fece correre lo sguardo sul paesaggio.
La montagna di spazzatura di fronte era più alta di quella su cui stavano: una muraglia di almeno quattro metri, gibbosa, coloratissima, con il sole d’autunno che scintillava sulle superfici di metallo e i lembi dei sacchetti di plastica che sventolavano nella brezza come tante bandiere.
Il crinale frastagliato tagliava il bianco del cielo, e subito al di sopra, urlanti e gigantesche, volteggiavano le Pallide Morti.
Cruna strinse i denti ed esalò dal naso un altro po’ di Glamour, a rafforzare la nube che la nascondeva alla vista di qualunque creatura non avesse sangue fatato.
Troppi gabbiani lassù. Uno stormo intero. Chi era così pazzo da camminare allo scoperto sotto quel tappeto volante di morte?
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