Maze Runner - La fuga

James Dashner

Forse anche voi, leggendo Maze Runner, penserete subito al bel faccino di Dylan O'Brien. Da quando ho visto il film non riesco proprio a non immaginare lui nei panni di Thomas e lo stesso discorso vale per Ki Hong Lee/Minho.
Così quando mi sono immersa nella lettura de La fuga, sono stata ben felice di ritrovare i due personaggi nelle pagine e i loro interpreti nella mia mente.
Okay, okay… sto decisamente divagando.

Maze Runner è una serie distopica per ragazzi. Il labirinto è il primo volume (ve ne ho parlato qui), mentre La fuga è il secondo capitolo: ve ne sto per parlare, perciò attenzione agli spoiler!

Titolo: La fuga (Maze Runner #2)
Titolo originale: The Scoarch Trials
Autore: James Dashner
Traduttore: Silvia Romano
Editore: Fanucci
Prima edizione italiana: 2012 (La via di fuga)
Prima edizione: Delacorte Press - 12 ottobre 2010
Pagine: 344
Prezzo: Rigida - € 14,90

Thomas e i Radurai sono riusciti a uscire dal Labirinto e, dopo essere finiti nel laboratorio della C.A.T.T.I.V.O., vengono tratti in salvo da un gruppo di uomini e donne che si oppone all'organizzazione.
I ragazzi sono convinti di essere finalmente al sicuro, ma il loro risveglio è sconvolgente e brutale. I loro salvatori sono stati uccisi e Teresa è sparita.
Thomas ha sentito il loro legame, quello che permetteva loro di comunicare telepaticamente, rompersi, quasi fosse stato strappato via.
Quando pensano di essere stati abbandonati a loro stessi, però, un uomo vestito di bianco entra in scena come apparso dal nulla. Lavora per la C.A.T.T.I.V.O. e il suo compito è fornire alcune informazioni ai ragazzi.
I Radurai sono i soggetti di un esperimento, o meglio, della realizzazione di una cianografia. Il Labirinto era solo una delle prove che dovevano affrontare, rispondendo a Variabili diverse.
L'Uomo Ratto (così viene definito lo sconosciuto della C.A.T.T.I.V.O.) spiega anche che è loro interesse studiare le conseguenze della violenza: i risultati raccolti permetteranno di salvare il mondo dalla catastrofe. E naturalmente lo studio non è finito.
I Radurai devono lasciare l'edificio, uscire all'aperto e proseguire verso nord, fino al porto sicuro. Allora saranno salvi.

Nella quarta di copertina troverete una trama più dettagliata e spoilerosa della mia, ma al solito preferisco lasciarvi la possibilità di scoprire quali terribili situazioni dovranno affrontare i Radurai.
Immagino che anche voi avevate il sospetto che l'obiettivo della C.A.T.T.I.V.O. non fosse altro che una sorta di esperimento sociale. I dubbi e gli interrogativi a riguardo rimangono ancora tanti anche al termine di questo romanzo. Soprattutto mi chiedo e mi arrovello cercando di capire come uno studio tanto crudele e disumano possa portare alla salvezza del mondo.
Fremo per la curiosità e, infatti, non sono riuscita a lasciare il libro finché non l'ho finito e ora sto lottando con una parte di me che vorrebbe che mi fiondassi subito su La rivelazione.
Stilisticamente Dashner continua a non convincermi: le frasi sono semplici, le parole poco fluide. Anche per quanto riguarda la terza persona mi trovo a ripetere quanto già detto per Il labirinto: funziona poco. I nostri occhi sono quelli di Thomas, le nostre esperienze coincidono con le sue, persino gli altri personaggi sono filtrati dal suo punto di vista.
E allora perché non adottare la sua come voce narrante?
Non mi dispiace che la narrazione sia focalizzata su Thomas e sulle sue esperienze ed emozioni, soprattutto perché occupa una posizione privilegiata all'interno del disegno della C.A.T.T.I.V.O. In particolare, nel corso del romanzo, Thomas recupera alcuni fondamentali ricordi che, sommati alla sua mente brillante, lo rendono molto interessante per il lettore che, come me, non vede l'ora di scoprire la verità.
D'altra parte l'importanza di Thomas oscura un po' gli altri personaggi. Se da un lato è accettabile perché è lui il protagonista, dall'altro ho avvertito una certa trascuratezza verso la caratterizzazione degli altri personaggi, in particolare dei Radurai superstiti.
Spesso mi è sembrato che Dashner facesse alcuni nomi giusto per ricordarci della loro esistenza. Con l'eccezione di Minho, Newt e Frypan, con cui Thomas ha rare conversazioni (per via della situazione in cui si trovano), gli altri ragazzi sono poco più che presenze di contorno.
Avrei voluto poter leggere più interazioni, che mostrassero l'indole di ognuno. Lo avevo sperato già in precedenza e, nonostante ci sia qualche accenno, sono rimasta un po' delusa.
Al contrario, ho trovato interessanti le due new entry principali: Jorge e Brenda. Il primo è a capo di una banda che non esita ad abbandonare per unirsi ai Radurai e averne un tornaconto. Simile nella mia immaginazione a un pirata, Jorge è un personaggio particolare e pericoloso per i ragazzi ma, grazie a Thomas e alla sua abilità di portavoce e ambasciatore, diventerà un fondamentale alleato. Brenda fa parte della ciurma banda di Jorge. È una ragazza carina, abile con il coltello e le armi nonostante la giovane età, ma svitata come non manca di notare Thomas. D'altra parte chi non uscirebbe fuori di testa in una situazione del genere? C'è dell'altro in realtà, ma poiché lo ritengo uno spoiler, non ne farò parola.
Brenda ha suscitato la mia curiosità per l'opposizione a Teresa. Nella Radura Thomas aveva scoperto di avere non solo un legame telepatico con Teresa, ma di conoscerla prima che gli venisse cancellata la memoria. La ragazza diventa così sempre più importante: se Minho è il suo miglior amico, se Chuck (ç__ç) è quasi un fratello, Teresa è la migliore amica o, forse, qualcosa di più.
Quando si ritrova affiancato da Brenda, senza conoscere quali siano le sorti di Teresa, Thomas non riesce a smettere di pensare alla ragazza scomparsa: è insostituibile.
Eppure il gioco di Dashner sembra proprio questo: mettere in opposizione le due ragazze e, pur senza potersi equivalere, alternarle nella posizione di maggior fiducia.
Come per altri aspetti, anche nella costruzione e nell'evoluzione dei rapporti sentimentali di Thomas ho avvertito una certa debolezza, ma mi chiedo se non ci sia qualcosa sotto, qualcosa che verrà chiarito solo in seguito, quando ogni tassello verrà messo al suo posto.
E così, davanti ad alcuni eventi inspiegabili, tra l'altro messi in evidenza dal protagonista, sono rimasta interdetta. Vi faccio un esempio.

[…] passò a Thomas un coltello molto lungo, quasi una spada. Non aveva idea da dove l'avesse tirato fuori, ma adesso X oltre alla lancia aveva anche un piccolo pugnale.

In questa scena ci sono armi che sembrano materializzarsi. È un bene per il nostro protagonista, ma come si spiega? È sufficiente l'avvertimento dell'Uomo Ratto?

«[…] Durante il vostro percorso attraverso le Prove, avete visto e continuerete a vedere dimostrazioni di questa tecnologia e delle risorse che ci sono dietro. Se c'è una cosa che posso dirvi oggi, è che non dovreste mai, mai credere ai vostri occhi. Né alla vostra mente, peraltro.[…]»

Se avete letto fino a qui, oltre a meritarvi un premio, avrete notato che sono stata molto critica. Non potevo passare sopra quelli che ritengo dei difetti, anche se La fuga mi ha emozionata e coinvolta più di quanto non avesse fatto Il labirinto.
È stata una lettura carica di adrenalina e, sebbene non la ritenga una saga eccezionale, in questi giorni l'ho spesso consigliata. Perciò, ready or not, è ora di prepararsi alla prossima Prova.
E ricordate: la C.A.T.T.I.V.O. è buona.

Il mio voto

4 specchi

Amaranth

Commenti

  1. Non leggo, non leggo...tornerò a leggerla e commentare in seguito :P

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  2. A me è piaciuto molto, ma non posso che essere d'accordo con te. Ci sono tanti difetti, che sinceramente ho notato di più nel terzo volume. Per me è stato una delusione terribile. È, sì, carino e coinvolgente, ma le spiegazioni dell'autore non reggono per niente :/

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    1. Siamo in sintonia! Ho finito giusto ieri il terzo e... boh, che flop! I difetti che avevo già notato precedentemente sono secondari a quanto risulta debole il finale. No, Maze Runner aveva molto potenziale: dopo il secondo, e nonostante i difetti, mi aspettavo ben altro... :(

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