Colpa delle Stelle

John Green

Titolo: Colpa delle Stelle
Titolo originale: The Fault in Our Stars
Autore: John Green
Traduttore: G. Grilli
Editore: Rizzoli
Prima edizione italiana: 10 ottobre 2012
Prima edizione: 10 gennaio 2012 - Dutton Books
Pagine: 356
Prezzo: Rilegato - € 13,60


Non gli ho detto che la diagnosi era arrivata tre mesi dopo la mia prima mestruazione. Tipo: Congratulazioni! Sei una donna. Adesso muori.

A Hazel è stato diagnosticato il cancro quando aveva tredici anni. Ora ne ha sedici e sopravvive grazie a un farmaco sperimentale e all’aiuto di bombole di ossigeno, che permettono a quel che resta dei suoi polmoni di continuare a funzionare.
La madre di Hazel dedica la sua vita alla figlia e decide di iscriverla a un gruppo di supporto, perché non vuole vederla sempre chiusa in casa davanti alla tv o a leggere. Hazel non ne è per niente felice, ma accontenta la madre.
A una seduta incontra Augustus Waters, un sopravvissuto all’osteosarcoma con la “sola” perdita di una gamba. I due hanno subito un certo feeling e, complice l’insistenza di Augustus, stringono amicizia, che si trasformerà ben presto in qualcosa di più.

Questo è il mio terzo tentativo con Green. Ammetto che gli altri romanzi (Cercando Alaska e Città di carta) non mi avevano colpita, anzi, l’esatto opposto. Ero ormai rassegnata a non provare alcun tipo di feeling per questo autore.
Colpa delle stelle invece mi è piaciuto davvero molto. Lo stile è sempre lo stesso, semplice e scorrevole, ma ha un qualcosa in più rispetto ai precedenti. La voce di Hazel risulta più incisiva e cattura l’attenzione molto bene.
Ancora una volta Green ha mostrato di avere una predilezione per i personaggi eccentrici, fuori dagli schemi. È un punto costante nei suoi romanzi, che non sempre ho apprezzato. In questo caso, però, l’eccentricità è più motivata e realistica: vi è un effettiva ragione dietro i comportamenti di Hazel e Gus. Se penso, invece, a una Margo di Città di carta, per fare un esempio, la sua stranezza sembrava soltanto un vezzo di una ragazza viziata ed egocentrica.
Il tratto significativo del romanzo è il sarcasmo di Hazel, lo indossa come un’armatura e allo stesso tempo è il suo modo per essere diretta. Ha avuto tutto il tempo di venire a patti con la sua malattia e, sebbene si mostri sempre piuttosto ombrosa e sulle sue e sembri non avere molta combattività, è molto forte e lotta contro la malattia a modo suo. Se Augustus rappresenta il personaggio spensierato, che cerca sempre il lato positivo ed è solare, Hazel è la faccia opposta della medaglia: cinica e sarcastica, sa benissimo che ha ben poche speranze di sopravvivere e non sopporta di fingere diversamente.
L’argomento trattato è molto delicato e si presta al patetismo, ma credo che Green sia riuscito a gestirlo piuttosto bene. Nella prima parte vien quasi da dimenticarsi che sono malati, ci si concentra più sui pensieri e sulla forza di questi ragazzi, la presenza del cancro si sente e non scompare mai, ma non risulta ingombrante e opprimente. Lo diventa nella parte finale, quella davvero straziante. Piomba tra capo e collo quasi inaspettatamente (quasi solo perché mi avevano spoilerato quel particolare, purtroppo, anche se a un occhio attento possono non sfuggire determinati segnali di quello che succederà).
Per quanto mi riguarda ho dovuto affrontare le ultime trenta pagine, più o meno (forse qualcosina in più), armata di fazzoletti. In parte hanno risvegliato ricordi non piacevoli e in parte, semplicemente, ero totalmente coinvolta nelle vicende dei protagonisti, legata in modo indissolubile alla loro vita.
A ‘sto giro Green ha fatto a pezzetti il mio cuore, cosa che non gli era riuscita con gli altri due romanzi che ho letto.
Sicuramente il fatto che sia l’ultimo romanzo scritto influisce. Si pone proprio su un altro livello rispetto ai precedenti, pur comunque mantenendo le caratteristiche principali tipiche di Green, che possono funzionare più o meno bene.
Questa volta lo promuovo e spero che in futuro possa continuare a convincermi.

Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire.

Il mio voto

4 specchi

Angharad

Commenti

  1. Oh, sono contenta che con questo Green ti abbia convinta! E' l'unico suo romanzo che ho letto finora, e in linea di massima concordo con il tuo giudizio ^^ Io invece ho fatto a meno dei fazzoletti alla fine, ma perchè io non piango mai leggendo xD

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    1. Io sono piuttosto emotiva, se riescono a coinvolgermi è la fine. X°D Sono in grado di diventare una vera e propria fontana... meno male che c'ero solo io sveglia mentre leggevo. u.u

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  2. Sono contenta che questa volta ti sia andata bene con Green :)
    Questo non l'ho letto e, sinceramente, non credo che lo leggerò ma la tua recensione è quasi riuscita a convincermi a mollare le mie convinzioni e a precipitarmi a cercarlo :)

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    1. Ormai disperavo, devo essere sincera. XD Rimango comunque del parere che sia troppo sopravvalutato, ma almeno questo romanzo merita la fama che ha, secondo me.
      Per leggerlo pero devi essere in vena. ;)

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