Titolo: Mi chiamo Chuck
Titolo originale: Lexapros and Cons
Autore: Aaron Karo
Traduttore: Marco Rossari
Editore: Giunti
Prima edizione italiana: 4 aprile 2012
Prima edizione: Giunti - 4 aprile 2012
Pagine: 288
Prezzo: Rilegato - € 12,00
Lo scorso anno mi sono fatto esattamente 273 pippe.
No, non è un tentativo per ottenere la vostra attenzione: il romanzo di Aaron Karo inizia così. Un incipit a dir poco sconcertante, anche perché Chuck si presenta proprio a partire da questo particolare conto.
Chuck ha diciassette anni e tiene liste di vario tipo: non può andare a dormire senza aver controllato e ricontrollato le manopole dei fornelli ed essere andato innumerevoli volte al bagno. Ha anche il terrore di sporcarsi, di essere contaminato dai germi e per questo si lava continuamente le mani. Sebbene sappia che tutti hanno piccole fissazioni e riti, Chuck è consapevole della stranezza del proprio comportamento. Cercando su internet qualche risposta, ha scoperto di essere affetto da disturbo ossessivo compulsivo. E così i genitori hanno deciso di portarlo da una psicoanalista. Chuck non è molto convinto dell’efficacia degli incontri, ma l’incentivo per proseguirli sta per arrivare.
Mentre la sorella Beth è molto popolare e conosciuta a scuola, Chuck viene a mala pena notato. Fortunatamente, però, Chuck può contare su Steve, il suo migliore amico, con il quale ammira la prosperosità di Stacey Simpson e trascorre i pomeriggi giocando ai videogame e fantasticando sul Weekend Finale, una sorta di gita per le classi all’ultimo anno. Quando vengono annunciati i piani per il Weekend Finale, i sogni di Chuck crollano miseramente e il suo umore precipita: il disturbo ossessivo-compulsivo (in seguito OCD) non gli permette di partecipare.
L’arrivo di Amy, una nuova compagna di classe (nonché l’incentivo a cui accennavo), però, cambia tutto.
Narrato in prima persona, il linguaggio è quello semplice e diretto di un ragazzo di diciassette anni la cui visione del mondo è inevitabilmente limitata alla sua (in-)esperienza e in gran parte dettata dagli ormoni e dall’OCD. Nonostante le difficoltà che deve affrontare, Chuck rinuncia raramente a una leggera ironia che rende molto piacevole la lettura.
Tuttavia, mentre si crea un forte legame con il protagonista, è difficile rimanere coinvolti dagli altri personaggi con l’unica eccezione di Steve che comunque si conosce solo in parte.
Steve deve affrontare quotidianamente Parker, il bullo della scuola e Chuck, preso da Amy e dai suoi problemi, non gli è di aiuto. Anzi, tende a trascurarlo. Povero, Steve!
Ho provato molta empatia per lui e sperato in un suo riscatto verso Parker e, in un altro senso, verso Beth, la sorella di Chuck, per la quale ha una cotta.
Mi chiamo Chuck è evidentemente un romanzo indirizzato a lettori più giovani di me che l’ho trovato piuttosto prevedibile. Questo non ha reso meno piacevole la lettura e, al contrario, mi ha vista partecipe e divertita. Ho fatto il tifo per Chuck, non solo perché riuscisse ad affrontare l’OCD, ma anche perché è il classico ragazzo sfigato ed era mio dovere stare dalla sua parte.
Il romanzo di Karo affronta l’adolescenza, una delle fasi più confuse della vita, la prima cotta e il più delicato e, forse, poco conosciuto disturbo ossessivo-compulsivo. L’OCD può sembrare divertente: leggendo e scoprendo le varie manie di Chuck viene da sorridere e lo stesso protagonista ci scherza sopra. A tutti viene spontaneo pensare: «Anch’io ho delle fissazioni davvero strampalate!», ma l’OCD non è uno scherzo e non è divertente. Karo, con uno stile fresco e diretto, guida il lettore nella scoperta della sindrome senza mancare di elargire qualche consiglio (e sprone) sempre utile.
Il mio voto
3 specchi e mezzo
Amaranth
Ho visto molto spesso questo libro ma non avevo mai letto una recensione... l'inizio mi ha fatto morire da ridere !!! XD .... cmq si capisce che è un libro ironico conil fine di far conoscere un mondo nuovo ai lettori... mi piace vorrei leggerlo ma la mia WL mi sta guardando malissimooo X(
RispondiEliminaSarò sincera: non è il libro che andrei in giro a consigliare. Certo, è carino, piacevole e ricco di spunti. È la lettura perfetta per dei giovani lettori, a loro lo metterei decisamente in mano.
EliminaIo stessa l'avevo avvistato e ne ero incuriosita, ma non l'ho mai messo in wishlist e così posso dire che mi è capitato di leggerlo un po' per caso. Credo che possa esser lo stesso per te.
Lascia in pace la tua WL e quando capiterà, ti ritroverai a leggerlo ;)
Ho sempre avuto il dubbio se inserirlo o meno in wishlist >_<
RispondiEliminaDopo questa recensione sono ancora più confusa xD
E' un mezzo specchietto più vicino alle 3 o alle 4 stelline? xD Domanda sciocca, lo so u.u
Lo lascio nel limbo ancora un po'.
Non è una domanda sciocca, anzi. Direi che tende al quarto specchio, ma con qualche riserva.
EliminaCome spiegavo a Martina, è un romanzo molto adatto ai giovani adolescenti, una lettura piacevole e anche divertente. Tuttavia, manca di quel quid che lo renderebbe indimenticabile a qualsiasi età.
Suona strano e forse negativo, ma il limbo è il posto giusto.