Recensione: "Io sono Febbraio" di Shane Jones

copertina io sono febbraio

Titolo: Io sono Febbraio
Titolo originale: Light Boxes
Autore: Shane Jones
Traduttore: Dafne Calgaro
Editore: ISBN Edizioni
Prima edizione italiana: gennaio 2011
Prima edizione: 11 febbraio 2009 - Publishing Genius, Penguin Books
Pagine: 163
Prezzo: € 13,50 - Brossura
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Immaginate che Febbraio arrivi e non finisca mai più, che ci siano ottocento e più giorni di freddo e neve e che il volo, in tutte le sue forme, venga cancellato.

Quattro persone vengono trovate nel campo. Sono in piedi, hanno la testa piegata all’indietro, le braccia congelate contro i fianchi. Gli occhi chiusi, la bocca spalancata e ricolma di neve.

Thaddeus Lowe, appassionato di volo, non riesce a rinunciare a far volare palloni aerostatici e aquiloni, ma ogni tentativo è vano: il vento non è sufficiente per sorreggerli. Insieme alla moglie Selah, dedica ogni sforzo per impedire che Bianca, la figlia, dimentichi il volo e le stagioni di Giugno e Luglio.
Presto anche nel villaggio nasce una forma di resistenza: la Soluzione, un gruppo di cinque ex aeronauti che indossano strane maschere a forma di uccello, sta cercando di dare inizio alla guerra contro Febbraio. Thaddeus diventa ben presto il leader dell’opposizione.
Thaddeus Lowe è un protagonista particolare: è un omaggio all’aeronauta ed eroe dalla guerra civile americana che, a bordo di una mongolfiera, spiò i movimenti delle truppe nemiche dell’Unione. La ragazza che sapeva di miele e di fumo è uno dei personaggi più significativi della storia. Rimane impressa la sua volontà di salvare la città da Febbraio; proprio lei che lo ama e al tempo stesso vorrebbe cambiarlo, che ne è complice e vorrebbe abbandonarlo, trascorre il tempo a scrivere: è questa la sua arma per combatterlo.

Non voglio morire, disse Febbraio.
Ecco che cosa succederà, disse la ragazza che sapeva di miele e di fumo. Si avvicinò a Febbraio e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Spero che funzioni, disse Febbraio. Lo spero veramente.
Io lo farei per te. Se potessi, cambierei tutta la nostra storia, disse lei.
La nostra storia, disse Febbraio, è tutta sbagliata.


Sapevo che avrei avuto a che fare con un romanzo stilisticamente particolare, ma ciononostante sono rimasta spiazzata. L’atmosfera è onirica, gli eventi improbabili: Jones trasporta il lettore in una nuova dimensione in cui non ci sono regole e tutto è possibile, persino la storia può essere modificata.
Tuttavia non è stato il surrealismo che permea la storia a colpirmi, ma la forma della narrazione. I punti di vista e, di conseguenza, prima e terza persona si alternano, intersecandosi tra loro e trasformando la storia in un racconto corale. A ogni personaggio corrispondono una sensibilità e un modo di esprimersi che lo differenziano dagli altri.
Manca l’uniformità persino nei tempi verbali; si passa dal presente al passato, per poi ritornare al presente: Febbraio sembra un imbroglio anche nello scorrere del tempo. E, accanto a queste caratteristiche vi è anche la disomogeneità delle dimensioni e del peso del font. Nemmeno l’uso della punteggiatura è convenzionale.
Il risultato è un effetto estraniante (quasi si fosse ospiti nel sogno di un folle) in cui i sensi sono esaltati e allertati; il coinvolgimento, però, non è mai totale e, benché abbia condiviso la speranza della fine di Febbraio, ho mantenuto involontariamente le distanze dalla storia, non sono riuscita a farne parte.
Io sono Febbraio è un invito a non arrendersi davanti alle difficoltà e alle sofferenze e un omaggio all'ingegno e al coraggio degli uomini.
Tuttavia, anche se la narrazione è evidentemente allegorica, nel finale manca una spiegazione, un messaggio più chiaro: mi è rimasto, infatti, il sapore un po’ amaro di qualcosa di incompiuto, la sensazione di non aver colto ogni riferimento. Un romanzo sempre in bilico tra genio e follia, che forse andrebbe riletto più volte nella vita.

Il mio voto

3 specchi e mezzo

Amaranth

Commenti

  1. Non lo conoscevo, ma l'idea sembra fantastica, e lo stile interessante *-*
    Peccato per lo scarso coinvolgimento, ma me la sento di correre il rischio ;P

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    1. In realtà non è un aspetto negativo: ci sono romanzi, quelli a cui siamo forse più abituati, che mirano al coinvolgimento, ma Io sono Febbraio è quasi una fiaba, un sogno di cui non si fa parte attivamente. È molto particolare e penso che vada provato in prima persona. =)

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  2. Che bel titolo che ha, tra l'altro! Attira!

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    1. Sì, è vero! È stata la prima cosa che mi ha incuriosito =)

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