Titolo: Il libro selvaggio
Titolo originale: El Libro Salvaje
Autore: Juan Villoro
Traduttore: Elena Rolla
Editore: Salani
Prima edizione italiana: 21 ottobre 2010
Prima edizione: Fondo de Cultura Economica - settembre 2008
Pagine: 218
Prezzo: Brossura - € 13,00
La separazione dei genitori manda all’aria i piani di Juan per le vacanze estive: andrà a stare dallo zio Tito, che non ha figli e vive in un’immensa biblioteca. A Juan lo zio Tito sta simpatico, ma preferisce vederlo poco.
«Lo zio ti vuole molto bene» commentò mia madre.
Anche questo era vero. Ogni volta che lo vedevo, mi leggeva qualche storia dalle migliaia di libri che aveva in casa. Era bravissimo a raccontare la vita dei draghi, le spade del Medioevo e i razzi del futuro. Ma non volevo andare a stare da lui. Cosa avrei fatto in una casa buia come la sua, con tanti libri pieni di polvere?
Juan non sa che vivrà una grande avventura e che, grazie a quello zio strampalato, conoscerà un mondo magico, quello dei libri, e scoprirà di essere molto speciale.
« […] Hai un potere raro. Sei un lettore princeps!»
«Un lettore princeps?»
«Un lettore unico. Nella vita normale sei mio nipote Juan, simpatico e un po’ panzone. Per i libri, sei un principe. Per questo avevo bisogno di te. Adesso sì che devo andare in bagno».
Un po’ più avanti, tra libri che si muovono da soli senza essere visti e altri episodi esilaranti e qualche volta inquietanti, lo zio Tito rivelerà a Juan che sta cercando un libro da domare che si nasconde nella biblioteca: il libro selvaggio.
Il libro selvaggio è sicuramente un romanzo per bambini, per ragazzi tutt’al più, e quindi posso dire di aver superato abbondantemente l’età indicata, ma da molto tempo non ridevo così tanto leggendo che l’ho trovato perfetto per me. Era il libro di cui avevo bisogno in questo periodo particolarmente complicato.
Più che la trama ho amato il personaggio dello zio Tito, unico e incredibilmente divertente, e la vitalità che viene restituita ai libri: nella casa dello zio Tito i libri sono così importanti che si trasformano in ricette curiose e probabilmente molto gustose.
È indescrivibile il piacere che ho provato leggendo le descrizioni dei comportamenti dei lettori e dei libri. Mi sono riconosciuta in tutte le cose più strampalate (ovvio) e ho anche trovato conferma ai miei sospetti: i libri decidono quando essere letti, se essere letti e da chi essere letti.
All’inizio ero un po’ stranita: il tono era un po’ troppo serio, l’argomento (la separazione dei genitori di Juan) piuttosto tristino; temevo di aver sbagliato libro. E poi è arrivato lo zio Tito, che è l’inchiostro di questo romanzo.
D’improvviso mi disse: «Ho bisogno del tuo cervello, nipote: quanto fa cento meno cinquantotto?»
«Quarantadue».
«Ottima idea!»
«Non è un’idea, zio, è un risultato» dissi.
«Scusa, sono un po’ stordito».
Quella consegna riempì lo zio di entusiasmo.
Lo zio Tito è fatto così: non è un genio; ha letto tanto, ma è un disastro in matematica, fisica, chimica e persino in geografia. Però gli arriva un libro (la consegna) e si entusiasma, proprio come faccio io.
Lo stile non è particolare e, come la trama, non è di per sé accattivante, ma rileggerei il romanzo di Villoro solo per poter rigustare alcune frasi geniali e meravigliose. Non sarei in grado di sceglierne una sola: ho il libro in mano e continuo a cambiare idea sulla frase perfetta da lasciarvi.
È un libro che consiglio ai piccoli lettori, ai lettori occasionali e anche a quelli un po’ più grandi in cerca di una lettura leggera e sorprendente.
Il mio voto
3 specchi e mezzo
Amaranth
Anch'io voglio uno zio che viva in un'immensa biblioteca! Mi farei adottare immediatamente!!! *__*
RispondiEliminaNon conoscevo il libro, ma sembra davvero molto carino :)
Quella biblioteca è davvero il nostro sogno, te lo assicuro!
EliminaIl libro è simpaticissimo davvero :)