Credo di essere impazzita: ho decisamente voglia di leggere Rot&Ruins e a me non è piaciuto Diario di un sopravvissuto. Sono strana, me ne rendo conto e l'aspetto più divertente è che da quando ho letto il libro di Bourne sono vagamente ossessionata da una possibile apocalisse zombie.
In parte deve essere per questo che Zombie Press mi ha attirata; lo scenario post-apocalittico in cui zombie e umani convivono mi incuriosiva e mi stuzzicava anche l'ironia che la trama lasciava presagire.
Come è iniziata l'apocalissi? Sappiate che è grossomodo ciò che mi aspetto possa accadere.
Correva l’anno 2020 quando il primo pirla morto fece capolino per le strade. La gente lo scambiò per un costume di carnevale, nessuno credeva che il tizio claudicante che passeggiava per Via Torino, vestito di stracci e intriso di umori fetidi, fosse un vero e proprio zombie. Molti lo ignorarono, altri lo fotografarono, la sua immagine viaggiò ovunque in un nanosecondo grazie a internet. La scena in cui sbranò il cinese sorridente davanti a lui non venne nemmeno censurata, da lì a pochi giorni i cadaveri passeggiavano ovunque per le strade. Ovviamente a nessuno venne in mente che ci sarebbero stati dei problemi.
Titolo: Zombie Press - A.Z.A.B. - 1 - All Zombie Are Bastard
Autrici: Daniela Barisone e Alexia Bianchini
Editore: La Mela Avvelenata
Prima edizione: 30 aprile 2013
Dimensione file: 360 KB
Pagine: 150
Prezzo: ebook- € 1,99; brossura- € 11,00
Shelley e Mary sono due autrici di racconti horror: nessuno può essere più preparato di loro ad affrontare un'apocalisse zombie. O almeno così credono. In effetti entrambe reagiscono prontamente alla notizia e riescono a sopravvivere per ben due anni, quando viene trovata una cura.
Gli zombie, o almeno la maggior parte, cessano di desiderare la carne umana diventando vegani; la cura aveva ricostruito anche le cellule cerebrali danneggiate. Apocalisse scampata dunque e lieto fine assicurato. O no?
La società riprende a funzionare, ma la maggior parte degli impiegati sono redivivi e gli esseri umani sopravvissuti vengono ghettizzati, guardati con disprezzo.
Eravamo le uniche due, alla Zombie Press, a non avere il colorito ceruleo o verde putrido. Ignoravamo i commenti acidi delle nostre colleghe sul nostro incarnato troppo sano, o le discussioni su quale fondotinta fosse migliore. Se quello verde latte andato a male o quello grigio piccione esausto. Insomma, a Zombielandia si stava una merda, ma non avevamo alternative.
Fortunatamente Shelley e Mary riescono a trovare posto come redattrici alla Zombie Press, una casa editrice. Leggendo i racconti che vengono loro inviati dagli scrittori vivi, le due protagoniste scoprono che esiste una resistenza umana…
Le premesse sono molti interessanti, ma ne sono rimasta insoddisfatta. Innanzitutto dalla trama si deduce che il racconto ha un'ambientazione post-apocalittica; è ovvio però che sia necessario far riferimento allo scoppio della pandemia e all'esperienza delle due protagoniste, ma ho trovato che gli eventi fossero raccontati frettolosamente, rendendo palese la volontà di concentrarsi su altro. Colpa mia, sono troppo curiosa.
L'impressione che ci fossero alcune parti poco sviluppate non è passata neanche dopo, quando Shelley e Mary si trovano ai margini della società zombie. Mi è piaciuto molto l'alternarsi della narrazione di Shelley al diario di Mary e ai racconti che le due redattrici selezionano.
E proprio il loro lavoro, in modo più o meno diretto, procura alle protagoniste un po' di batticuore: vuoi per la costante vicinanza con i redivivi, vuoi perché c'è ancora qualche zombie-mangia-carne in circolazione o perché c'è qualche sopravvissuto decisamente attraente. Un po' di romanticismo è quello che dà il tocco giusto alle storie, ma in questo caso ho avuto l'impressione che fosse un po' raffazzonato e un po' strano visto che le protagoniste definiscono Warm Bodies «una specie di Twilight in salsa zombie».
In generale mi sembra che le potenzialità ci siano tutte, ma vi è un accumularsi di elementi ed eventi che risulta eccessivo per le poche pagine. Allo stesso tempo penso che potessero essere sviluppati meglio anche sinteticamente.
Buone le idee, piacevole lo stile, ma mi aspettavo qualcosa di più.
Carpe diem, cervello gnam!
Antico detto zombie
Il mio voto
2 specchi e mezzo
p.s. Le due autrici citano il manuale di sopravvivenza della Hoepli, Surviving. Istruzioni per la sopravvivenza individuale e di gruppo. Ora lo voglio.
Peccato che non abbia mantenuto le aspettative, perché sembrava davvero promettente (l'idea è semplicemente geniale!!!). Comunque sembra carino! :)
RispondiEliminaÈ carino infatti! L'idea è strepitosa ed è per questo che mi aspettavo qualcosina di più
EliminaL'idea non è male, peccato non sia stato all'altezza delle premesse :/
RispondiEliminaGià, ma rimane comunque una lettura leggera e (perché no?) divertente ^.^
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