Recensione: "Godbreaker" di Luca Tarenzi

Luca Tarenzi

copertina godbreaker Luca Tarenzi
Titolo: Godbreaker
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Salani Editore
Prima edizione: giugno 2013
Pagine: 476
Prezzo: Brossura - € 15,90


Oggi sono davvero felice di recensire questo splendido libro e spero di contagiarvi, almeno un po’, con il mio entusiasmo.
Di Luca Tarenzi avevo già letto Quando il diavolo ti accarezza ed ero rimasta piacevolmente colpita. Così quando ho scoperto che sarebbe uscito un altro libro di questo autore non me lo sono fatto scappare! Il fatto che ci sia la comparsata di alcuni personaggi del primo libro, poi, non poteva che farmi felice.
Ma passiamo a Godbreaker.

Gli dèi esistono. Camminano in mezzo a noi, vivono dentro e fuori la realtà di tutti i giorni, hanno macchine, uffici, soldi… Ma non tutti. Alcuni stanno morendo, travolti dalla perdita di tutti i loro seguaci; altri combattono una lotta spietata per tenersi il proprio posto nel mondo, usando tutti i loro poteri per conquistarsi l’agiatezza, e agire in incognito.
Liàthan fa parte di questi dèi che vivono nell’ombra, ricco e annoiato dopo millenni passati sulla Terra, il suo unico passatempo sembra essere trascinarsi da una festa all’altra. A scuoterlo dal suo torpore, dato dall’alcool e da sostanze decisamente più originali, è un giovane ragazzo che gli propone una sfida insolita. Se Liàthan lo decapiterà, Edwin tornerà tra un anno per rendergli il favore.
(Vi ricorda qualche leggenda?)
È l’inizio di un meccanismo che porterà il dio alla rovina, prima economica e poi sociale. Edwin sembra infatti intenzionato a distruggerlo completamente prima di ucciderlo. E il motivo è fin troppo scontato e, anche se si scopre nei primi capitoli, non ve lo svelo. Vediamo se l’avreste indovinato da soli!
Compagni di Liàthan sono Naire, divinità delle acque, e Siaghal, mezzo orco dalla straordinaria forza bruta, unici due che ancora sopportano il caratteraccio dell’amico. Sì, perché Liàthan è tutto fuorché un personaggio positivo e il mio primo impulso nel leggere di lui è stato quello di prenderlo a testate. Se vogliamo essere precisi è stato anche il secondo impulso, e il terzo, e il… ok, credo di aver reso l’idea.
Come facciano Naire e Siaghal ad accompagnarsi ancora con un tipo così va oltre la mia comprensione, ma immagino che, essendo dèi, abbiano anche una divina pazienza. Il piano che Edwin ha escogitato per vendicarsi di Liàthan non è così perfetto come crede, e presto si rende conto di essere alle prese con qualcosa che, forse, non è esattamente alla sua portata. All’inizio mi sono trovata a tifare per lui – sì, anche se vuole ammazzare Liàthan e ne combina di tutti i colori – poi mi sono dovuta ricredere.
Il bello di Godbreaker è proprio questo: non ci sono eroi, né i classici buoni che vogliono salvare il mondo; ci sono personaggi pieni di difetti, che un po’ vorresti uccidere e un po’ vorresti saltargli addosso. Forse i più equilibrati sono proprio Naire e Siaghal che, se non altro, mostrano un’ammirevole lealtà nei confronti del compagno, nonostante Liàthan sembri provare un gusto incredibile nel farsi odiare.
L’ambientazione si sposta tra Londra, Milano e Amsterdam e il respiro del racconto si amplia fino ai luoghi inesplorati del sogno e delle visioni. Edwin è intenzionato a portare a termine la sua vendetta, non importa chi dovrà calpestare per farlo, ma non ha considerato l’interferenza di Molly, unica umana del gruppo e unica a capire che la strada intrapresa dal ragazzo non può che portarli alla rovina.
Molly lavora come ragazza vetrina nel Wallen, ma da qualche tempo qualcosa non va. Edwin invade la sua mente, letteralmente. Per qualche ragione che non sa spiegarsi, Molly riesce a vedere i ricordi di Edwin e grazie a questi flashback scopriamo cosa ha portato il ragazzo a decidere di intraprendere la sua missione.
Ammetto che questi brani sono stati tra i miei pezzi preferiti. C’è un vero e proprio stacco col resto del libro e l’ambientazione in epoca fascista era a dir poco inquietante. Mi è capitato di rado di leggere un libro che mescolasse così tanti luoghi, epoche e leggende diverse creando un insieme perfettamente equilibrato e accattivante. Un personaggio che mi è piaciuto fin da subito è “l’uomo in verde” come viene a volte chiamato. Il primo incontro con Edwin è una barzelletta, nel verso senso della parola, ma ci sarà poco da ridere andando avanti con la storia.
Tra i dialoghi più belli, ci sono proprio quelli tra Edwin e l’Uomo verde.

«Pensi di avermi trovato per caso qui oggi» continua l’uomo in verde, «su un ponte, in una città in bilico tra Europa e Asia che sta precipitando verso il suo presente distruggendo il suo passato? “Caso”, Edwin, è il nome d’arte del destino».
(…)
«Mi stai dicendo che le mie decisioni sono prestabilite? Che tutto quel che mi succede, che succede a tutti, è già stato deciso?».
«”Semina un pensiero e raccoglierai un’azione. Semina un’azione e raccoglierai un’abitudine. Semina un’abitudine e raccoglierai un carattere. Semina un carattere e raccoglierai un destino”». Edwin inarca le sopracciglia. «Saggezza araba?».
«Proverbio cinese».

Se avete letto Quando il diavolo ti accarezza, sarete felici di sapere che in questo libro ritroviamo ben due personaggi principali con una scena che mi ha fatto battere forte il cuore per l’emozione.
Per evitare spoiler sull’altro libro non vi dirò chi sono, ma posso dirvi che il fan service non manca!
L’unica, minuscola, pecca a mio parere è il finale… non perché non mi sia piaciuto, ma perché è arrivato troppo presto.
Sì, sono incontentabile, lo so, ma avrei davvero voluto saperne di più su tutti i personaggi messi in gioco e i rapporti che si instaurano tra di loro. Negli ultimi capitoli abbiamo diversi stravolgimenti che portano i due protagonisti e rivedere le proprie idee, almeno in parte. Sarebbe stato bello saperne di più.
Ripeto, sono incontentabile.
Le battute finali, poi, sono semplicemente perfette e voglio mettervi il brano, ma vi avviso: è l’ultima pagina, perciò LO SPOILER È INEVITABILE.

LEGGETE SOLO SE NON TEMETE GLI SPOILER

«Sei svanito nel nulla per due mesi».
«Sono tornato».
«Hai rapito una ragazzina e l’hai tenuta segregata».
«Le ho reso la libertà».
«Hai scatenato un mostro nel mondo».
«Lo andrò a cercare e lo rispedirò da dove è venuto».
«Hai puntato quella maledetta spada al collo di tuo padre».
«Non l’ho ucciso».
«Hai tentato sei o sette volte di spezzarmi il cuore».
«Ma ha vinto lui».

FINE SPOILER

Altro punto a favore del romanzo è sicuramente l’assenza di melensaggini trite e ritrite. C’è anche una storia d’amore, ma questo non impedisce ai personaggi di darsele di santa ragione, imprecare, fare battute pessime e spaccare ossa in ogni dove.
I due si amano, lo sanno, se lo dicono (e come se lo dicono! La dichiarazione migliore che ho letto da molto tempo), ma non è quello il punto centrale della storia, e così viene dato spazio a tutto il resto.
Vorrei inoltre fare un piccolo accenno alle leggende presenti in Godbreaker. Essendo un libro incentrato sulle divinità è facile immaginare che se ne troveranno molte all’interno del racconto. Tarenzi è stato però bravissimo a ricercare anche le divinità meno conosciute, affiancandole a quelle classiche come la Caccia Selvaggia, oppure aggiungendone di nuove come l’Architetto. A proposito di lui, io aspetto ancora di poter stringere il mio Patto e viaggiare nelle sua Città. Chissà che qualcuno non mi stia ascoltando?
In conclusione, non mi ritengo una lettrice dall’entusiasmo facile, ma Godbreaker ha sicuramente risvegliato la mia voglia di buttarmi in una storia e non uscirne più. Per questo vorrei davvero che leggeste anche voi questo libro. Non è facile imbattersi in un fantasy di questo livello e il fatto che l’autore sia italiano è un vanto in più che mi dà un po’ di speranza per l’editoria italiana.
Allora, cosa aspettate?
Voglio i vostri commenti!

Il mio voto

5 specchi

Alaisse
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.

Commenti

  1. Wow! Devo dire davvero complimenti Alaisse xk è davvero una bella recensione che mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro per provare diciamo orizzonti nuovi...Mi attrae sopratutto dal fatto che hai detto che i personaggi sono atipici per cui mi è venuta voglia di andare subito in libreria!!

    " Liàthan è tutto fuorché un personaggio positivo e il mio primo impulso nel leggere di lui è stato quello di prenderlo a testate"..

    ok...qui mi sono proprio piegata dal ridere!! XD ahahah io a volte penso le stesse cose di alcuni personaggi!!!

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    Risposte
    1. Grazie^^
      Sono contenta di averti convinto! Questo libro merita davvero di essere letto. Divertente, ironico, con molta azione... ci sono davvero tutti gli ingredienti che cerco sempre in una bella storia.
      Liàthan è insopportabile -.- l'ho odiato per quasi tutto il libro, ma in fondo è giusto così. Non ne potevo più dell'eroe tormentato che si deprime in un angolo. Lui almeno ne combina di tutti i colori XD

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  2. Wowww, che bella recensione!!
    Hai convinto anche me!!! metto in lista, e spero di riuscire a leggerlo al più presto!!!

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