Buona EFPania a tutti!
Che cos'è EFPania? È una rubrica in cui potrete leggere le nostre recensioni di racconti letti su EFP e che ci hanno colpito. Certo, EFP nasce come sito per fanfiction, ma vi assicuro che raccoglie moltissime storie piacevoli ed interessanti.
A voi capita mai ascoltando una canzone di immaginarne la storia? A me succede piuttosto frequentemente: in sostanza se non ballo e canto (se siete tra gli sfortunati che ho incrociato per strada, mi dispiace!), la mia mente elabora un film mentale, spesso ispirato anche solo alla melodia.
Ho recentemente scoperto di non essere la sola ad avere questa tendenza e che esiste uno specifico genere di fanfiction, la songfic, nella quale il testo o tutto il brano sono lo spunto per la narrazione.
Graine ascoltava The Mummers' Dance di Loreena McKennitt, una cantante di musica celtica (se non la conoscete, vi consiglio di aprire youtube e cercarla), quando le è venuta l'ispirazione per un racconto incantato The Fairy Queen.
Nel bosco si festeggia l'arrivo della Primavera: la Regina delle Fate canta circondata dal suo popolo gioioso. La natura si risveglia con magica lentezza accompagnata dalla canzone, priva di parole, cantata dalla Regina. La bellezza emanata dalla Signora delle Fate è così grande da espandersi su tutto il bosco.
E danzavano ancora al sorgere del sole, quando gli uccelli del bosco prendevano il posto delle civette e dei gufi nel cielo, salutando col loro vivo e melodico cinguettio il sole.
Con delicatezza viene rievocata un'atmosfera sacrale e arcadica. Le parole tratteggiano con cura una scena luminosa e variopinta tanto che, ascoltando la canzone e leggendo insieme la storia, sembra di assistere in prima persona alla festa. Ho davvero avuto l'impressione di vedere le mani della Regina muoversi e danzare, i fiori sbocciare e le foglie ismeraldirsi (questo è un neologismo dell'autrice che trovo meraviglioso). Mi ha restituito la sensazione di serenità e armonia che, nel continuo mutare dell'ambiente, sembra eterna.
La festa descritta è un riferimento a Beltane, una festa gaelica che festeggia il primo giorno di primavera. Come nel racconto, la tradizione irlandese prevedeva che a Beltane si accendessero dei fuochi purificatori. Inoltre la Wicca lega la festa alla fertilità, riprendendo tradizioni germaniche.
Ho sentito la necessità di informarmi perché avevo la sensazione che il racconto fosse così accurato da contenere dei riferimenti: pensate che persino la danza unita alla presenza dei fiori riprende antiche tradizioni. Tanta ricercatezza, anche solo "culturale", è lodevole e, aggiungendosi alla cura dell'espressione e delle forma, fa raggiungere al racconto un ottimo livello.
E tutti insieme continuavano ancora e ancora, per un altro tramonto e per un'altra alba ancora. Mentre le ombre si destavano, si allungavano per poi sparire, dissipandosi nella magica inconsistenza della notte.
Sorprendendo il lettore con la magia di alcune suggestioni, tra cui lo sbocciare dei fiori recisi, l'autrice rivela uno stile ricco seppur non esuberante, capace di restituire immagini e emozioni particolari. La pecca di questo racconto è, a mio avviso, quella di essere solo una songfic, di essere in qualche modo limitata nello spazio perché il mio cuore di lettrice avrebbe voluto leggere la descrizione superba della Regina e della festa all'interno di un romanzo.
Vi consiglio di leggere la storia accompagnandola con la musica e, alla fine, di riascoltare il brano a occhi chiusi. La voce della McKennitt riaccenderà il ricordo del racconto e con essa quella bellissima sensazione di pace che mi ha fatto provare.
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