Titolo: The giver. Il donatore
Titolo originale: The giver
Autore: Lois Lowry
Traduttore: Sara Congregati
Editore: Y Giunti - febbraio 2010
Prima edizione italiana: con il titolo di "Il mondo di Jonas", Mondadori - 1995
Prima edizione: Bantam Books - 1993
Pagine: 256
Prezzo: Rilegato - € 14,50
Ho scoperto questo libro dopo essere diventata Ambassador Giunti Y e devo dire che ne sono rimasta molto colpita.
L’intera vicenda si svolge apparentemente senza fatti eclatanti e lo stile piano, quasi fiabesco, dell’autrice contribuisce a creare un’atmosfera rarefatta che rende i fatti narrati ancora più agghiaccianti nella loro semplicità.
Jonas ha dodici anni e come tutti i Dodici suoi compagni parteciperà alla cerimonia durante la quale gli verrà svelato il lavoro che dovrà fare per il resto della vita. Jonas infatti vive in una Comunità perfetta, dove non ci sono guerre o malattie, dove tutti vivono in unità famigliari composte da un Papà, una Mamma, e due figli, un maschio e una femmina. Ci sono regole ferree da rispettare e ritmi da seguire per far sì che nella Comunità regni l’armonia e Jonas è soddisfatto della sua vita. Tutto cambia quando alla Cerimonia annuale scopre quale sarà il suo lavoro: diventerà il nuovo Accoglitore di Memorie, la figura più importante e con più autorità del suo mondo. Ma non è tutto semplice come sembra. Durante il suo addestramento, Jonas scopre le sfumature, scopre il dolore, bandito dalla Comunità, e soprattutto scopre che sono molti i segreti che finora gli sono stati tenuti nascosti.
Ho trovato questo libro folgorante. La semplicità e lo stile della narrazione ha saputo rendere perfettamente l’idea della Comunità in cui vive Jonas. All’inizio ci sembra tutto logico e perfetto. Gli Anziani vengono accuditi amorevolmente in case di cura create apposta; ogni famiglia è composta da un Papà e una Mamma che sanno prendersi cura dei due figli loro assegnati (nella Comunità sono le Partorienti a generare i bambini che vengono poi affidati alle unità famigliari) ogni membro è educato per entrare a far parte della società dando il proprio contributo. Ma andando avanti, seguendo la crescita e le scoperte di Jonas, scopriamo che la verità è ben diversa da come sembra.
Per certi versi mi ha ricordato molto 1984. Nella Comunità ci sono degli Altoparlanti che ammoniscono le persone a comportarsi in modo adeguato, un po’ come le televisioni del Grande Fratello di Orwell. E anche qui la memoria viene accuratamente nascosta e tenuta segreta per controllare meglio la società, ma allora stesso tempo non ci troviamo davanti alla dittatura di 1984. La Comunità di Jonas funziona, le persone vivono in pace e felici e nessuno vuole cambiare questo fatto, perché nessuno sa che può essere diverso. È grazie alle memorie che Jonas riceve dal Donatore se il ragazzo può comprendere davvero il luogo in cui vive e può finalmente scegliere. Ma trovarsi davanti a una scelta del genere non è semplice. Perché se ribellarsi a una dittatura repressiva può essere quasi un dovere, ribellarsi a una Comunità che funziona è tutta un’altra questione.
Nonostante il libro della Lowry sia indirizzato a un pubblico molto più giovane rispetto a quello di 1984, il suo messaggio è chiaro. È pericoloso dare in mano a un ragazzo il potere della conoscenza, il potere della memoria. Non si può tornare indietro dopo averlo fatto e gli occhi di quel ragazzo non potranno più guardare il mondo in cui vive nello stesso modo.
Arrivare alla fine mi ha lasciato con l’amaro in bocca. Per una volta non ho nulla da dire contro il finale aperto che, oltre ad essere indubbiamente poetico, lascia spazio alla riflessione personale. Non si tratta di un romanzo di avventura dove la fine trova i buoni vincitori e i cattivi sconfitti, né si tratta di un libro di formazione, dove il protagonista arriva a maturare e trova il suo posto nel mondo. È esattamente il contrario. Jonas non trova un posto nel mondo, ma capisce che è lui a dover creare il mondo in cui dovrà vivere. E in primo luogo comprende che non può essere il solo a custodire questa consapevolezza. Il sapere deve essere trasmesso, anche se comporta il dolore.
Ho scoperto con gioia che del libro è previsto un seguito e il 13 febbraio uscirà il quarto e ultimo libro della serie: Il Figlio. Spero che gli altri libri mantengano il livello del primo che è sicuramente ottimo!
Il mio voto
4 specchi
AlaisseQuesta recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.
anche io l'ho letto e mi è piaciuto molto, credo che sia molto significativo!! e non vedo l'ora che esca THE SON!! ciao!!
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaSì, è un libro che ha molto da dire a lettori di tutte le età! Spero di riuscire a leggere presto il seguito =)
E' piaciuto molto anche a me, l'ho trovato forte per i temi ma allo stesso tempo delicato nella narrazione. Bello anche il secondo! Il terzo lo inizierò a breve :)
RispondiEliminaPurtroppo non credo che riuscirò a leggere il secondo a breve... com'è? mantiene i toni del primo? Spero proprio di sì^^
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