Recensione: "Amatissima" di Toni Morrison

Intenso. Disturbante. Difficile.
Sono i primi aggettivi che mi vengono in mente, mentre il sussurro dolcissimo di Maria Paiato che legge, quasi sillabandolo, «Beloved Beloved» risuona ancora nelle mie orecchie.

recensione audiobook toni morrison amatissima

Non ho letto Amatissima e ora desidero tenere tra le mani il libro, solo per poter ripercorrere con gli occhi dei passaggi, per poter tornare indietro e trovare un’altra traccia da seguire.
Ho ascoltato i podcast di Ad alta voce, programma di Rai Radio 3, e non penso di essermi persa qualcosa: se anche avessi letto in prima persona il romanzo di Morrison, avrei lo stesso desiderio di rileggerlo perché ci sono innumerevoli nodi su cui soffermarsi.

Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno di una bambina.

copertina toni morrison amatissima

Titolo: Amatissima
Titolo originale: Beloved
Autore: Toni Morrison
Traduttore: Giuseppe Natale
Prima edizione italiana: Frassinelli - 1988
Prima edizione: Alfred A. Knopf Inc. - 16 settembre 1987
Pagine: 410
Prezzo: cartaceo - € 10,90; ebook - € 6,99
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Passando davanti al 124 di Bluestone road chiunque accelera istintivamente il passo. Da anni nessuno vuole avere a che fare con Sethe, ma è soprattutto la presenza (i rumori, le voci) a tenere tutti lontani dalla casa. Sethe e sua figlia Denver hanno imparato a convivere con lo spirito della bambina, a contare solo su loro stesse e ad andare avanti giorno dopo giorno, ma l’arrivo di Paul D. cambia gli equilibri costringendo il passato a riaffiorare.
Il passato Sethe e Paul D. è Sweet Home, è il morso di ferro, la schiena piagata, la schiavitù.

Amatissima non è la storia di una casa infestata e non è una storia di fantasmi. Nella cultura afroamericana uno spirito è diverso da un fantasma ed è qualcosa, qualcuno, con cui si può entrare in contatto perché esiste un labile confine tra l’aldilà e l’aldiqua. È un punto che il romanzo riesce, a mio avviso, a chiarire, ma che credo sia bene tenere presente fin dall’inizio.
In ogni caso non è nemmeno la storia di uno spirito o, forse, dipende soltanto dalla prospettiva che si sceglie. Nondimeno, leggere Amatissima fa sentire sporchi, a disagio e lascia una profonda inquietudine.
Toni Morrison è brutale nelle descrizioni e cruda nei non detti, l’amore, delicato e colorato che riempie le sue pagine, è una lama che incide come un punteruolo da ghiaccio.
Morrison non ha fretta di mostrare l’orrore e lo somministra lentamente, a piccoli sorsi, affinché possa essere assorbito meglio. Per questo motivo, Amatissima ha un intreccio complesso, tutto teso a un passato che deve essere svelato con calma e attenzione. Non c’è fretta, non c’è davvero fretta perché ogni filo tirato può far precipitare le cose e sconvolgere irrimediabilmente il presente.
Morrison decide di raccontare così, tra non detti che ossessionano più delle parole scritte o lette, non tanto la schiavitù dei neri in America, che nel 1870 era stata finalmente abolita, quanto i suoi effetti.
La paura costante e strisciante di essere privati di nuovo e ancora (e ancora) del proprio io, di dover tornare a essere meno di un gallo e meno di una mucca.
La violenza, il sopruso, la privazione della dignità umana e della vita dominano Amatissima legandosi ad altre sottotracce che rendono il romanzo irriducibile.
Morrison avrebbe potuto tacere completamente la schiavitù e scrivere un thriller ugualmente incisivo: al di là del disgusto e del rifiuto che eventi, e talvolta persone, suscitano, l’autrice è riuscita a raccontare molto della psiche umana.
Ciononostante, benché si presti ad approfondimenti e riflessioni, ho deciso di rimanere sulla superficie del romanzo, di non soffermarmi nemmeno sui personaggi principali, perché credo che ogni lettore abbia il diritto di entrarci dentro senza avere troppi elementi.
Amatissima è uno di quei romanzi inesauribile, a cui si continua a pensare, che si continuano a leggere nella propria mente. Sembra inafferrabile sulle prime, ma poi arriva ed è come un fiume: sommerge, sconvolge e rende più forti.

Il mio voto

5 specchi


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